Francesco Liccari – Memories of Forgotten Seasons

Francesco Liccari, classe 1990, è un cantautore triestino che ci porta all’ascolto del suo primo Ep, ‘Memories Of Forgotten Seasons‘.
In questo lavoro sono racchiuse sei piccole realtà, con difetti e pregi che, in entrambi i casi, non vanno persi di vista.

Musicalmente è innegabile l’influenza del folk rock classico di stampo americano.
Andando dal grande Bob Dylan al politically-rebel Woody Guthrie, senza dimenticare ovviamente Neil Young, Liccari ha saputo cogliere a piene mani il meglio del sound U.S.A., trasformandolo e adattandolo con personalità fino a realizzare strutture sonore stabili e notevoli.
Se da un lato pecca forse in originalità, d’altro canto è ammirevole il lavoro di ricerca sonora, che porta l’Ep ad un livello musicale non indifferente.
La precisione e la caparbietà che hanno elevato ad un ottimo risultato l’Ep sul piano strutturale vengono tuttavia a mancare se andiamo ad analizzare il cantato.
Il primo appunto è legato alla pronuncia: ‘Memories Of Forgotten Seasons‘ è un disco cantato con un inglese a livello molto basso.
Inoltre, anche se i testi sono molto interessanti e presentano una buona metrica, l’accento palesemente italiano unito ad una timbrica vocale pretenziosa ed incerta fanno passare in secondo piano la ricchezza di questo lavoro.

L’errore nel quale cadono spesso i musicisti italiani è proprio quello della pronuncia: quando la dizione non è perfetta, perché correrere il rischio di cantare (male) richiando di rovinare un ottimo lavoro?
Quando si parla di ‘dare un tocco internazionale’ non si intende ‘cantare in inglese’, ed è per questo che la scelta della lingua dovrebbe essere un passo fondamentale e ben ponderato.
Sì, sarebbe stato interessante ascoltare Francesco Liccari alle prese con dei testi in lingua madre, e per certi versi può essergli di spunto il concittadino Toni Bruna, cantautore che per i suoi testi non usa l’italiano ma il dialetto.