Franc Cinelli – I Have Not Begun To Fight
Atmosfere intime e calde evocate da un semplice ed orecchiabile folk-rock dalle venature blues.
Per Franc Cinelli si tratta dell’opera seconda, un disco a metà tra le storie difficili di Bruce Springsteen e le sonorità introspettive di Bob Dylan.
C’è un po’ di tutto nelle influenze dell’artista romano: gli echi di quell’eccezionale Nebraska del Boss, un po’ di Woody Guthrie e l’anima di Van Morrison. Attingendo anche dalla tradizione italiana, da figure come Ivano Fossati o De Gregori. E buttando un’occhio anche al presente, all’ultimo Paolo Nutini. Franc Cinelli fonde il tutto insieme e quello che ne esce fuori è un’autentica meraviglia della scena del cantautorato degli ultimi tempi. Dalla genuina, frizzante e spezzata Shot of Life, simpatica e movimentata opening track, a Rose Garden, romantica e malinconica ballata, dal waltzer di Fat Charlie Sings The Blues alla dylaniana ed orchestrale Julius Plays His Winning Ace, traccia conclusiva del disco, che esplode in un tripudio di fiati al termine: mr. Cinelli non si fa mancare nulla, afferra con decisione il passato e gli dona una luce nuova, più contemporanea ma non per questo meno intensa. Il cantautore ci culla dolcemente con il suo timbro vellutato e leggermente doloroso e i suoi disillusi racconti musicali socialmente impegnati. Unico brano scritto in italiano è Passerà, brano tra l’altro un po’ debole rispetto al resto ma che non perde comunque la magia dell’intero lavoro. Canzoni brevi che arrivano dritte al punto della questione. I Have Not Begun To Fight è un album completo, senza fronzoli inutili, piacevole e riflessivo.
Franc Cinelli dice di non aver ancora cominciato a combattere, ma secondo noi si sbaglia: il giovane musicista lotta con le unghie e con i denti e vince l’incontro a tu per tu con l’intero mondo della musica.
Ma se invece tutto ciò è solo un assaggio di quello che vuole proporci, aspettiamo con impazienza un altro round.