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Erin K - Little Torch

Erin K – Little Torch


“Little Torch” è il titolo del primo album ufficiale della cantautrice Erin K, pubblicato per La Tempesta Dischi lo scorso 21 aprile.
Ad anticipare tale uscita è stato il singolo ‘Pay to Play’, che a novembre 2016 è stato accompagnato da un videoclip girato a Catania dal Collettivo Ground’s Oranges, per la regia di Salvo Nicolosi.
Quest’opera prima gode di una produzione artistica firmata dalla voce dei The Zen CircusAndrea Appino, mentre gli arrangiamenti dei brani vedono la partecipazione di Roy Paci, Enrico Gabrielli, Simone Padovani (già batterista di Bobo Rondelli) e parte degli Zen Circus stessi.

”Little Torch” è un disco leggero e femminile, presentato da Erin K al pubblico con alcuni concerti tra il novembre e il dicembre 2016 con una band live composta da Jeanne Hadley (basso, cori e ukulele) e Alessandra Di Toma (chitarra elettrica e cori) – che insieme compongono il duo delle Ginger Bender – e Giulia Formica (batteria e cori) degli Julie Ant.

Ad aprire quest’album così arioso è ‘No Control’, un pezzo deciso e ricco di elementi blues che si avvinghiano a questo anti-folk così ricco di venature pop, meglio ancora descritte dal sound della seconda traccia, ‘Pay to Play’, semplice e andante.
‘Assholio’ ha un titolo emblematico e si è accompagnato da un videoclip animato, che vede come protagonisti dei buffi ibridi animali disegnati dalla stessa Erin K.
Con ‘Off to Bologna Saving Centipedes’ intuiamo ancora i legami con l’Italia, Paese che in effetti ha dato molto all’artista, come è avvenuto in questo disco, mentre in ‘I fell for your face’ c’è una romantica dedica, benché sia un racconto consapevole del fatto che l’amore non faccia davvero per tutti.
I ritmi sono più bassi in ‘Beautiful Monkeeh’, che è una poesia che nasce come un sussurro e cresce piano, con la dolcezza che sembra caratterizzare tutto il disco.
Voli pindarici e filastrocche si intrecciano in ‘Dum Da Dum Song’ e c’è una presentazione che ci indica la canzone come tratta da una storia vera in ‘I Just Ate Shit‘. 
‘Couldn’t‘ si scioglie come una canzone rithm’n’blues (ma con più eleganza mentre) ad avere il compito di fare da brano di chiusura di ‘‘Little Torch” è un brano fluido e ritmato, ‘Coins‘, che ancora una volta ci regala un esempio di bravura e di classe firmata Erin K.

”Little Torch” assume quindi le forme di una collezione di storie rese vivide e colorate da un sound e da una voce degna di un’atmosfera fiabesca.

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