Elli De Mon – Elli De Mon
Odi et Amo
E qui, potrebbe essere racchiuso in modo forse un po’ troppo sintetico il mio pensiero nei confronti di Elli De Mon.
Vicentina, giovane, grintosa e ammaliante: insomma, un fenomeno – e ironia a parte, fenomeno lo è davvero.
Da tre giorni ascolto in loop il suo disco omonimo e la cosa presenta un certo fascino.
Elli sceglie di dedicarsi anima e corpo al blues, contaminato qui da forti influenze rock che rendono il disco dal punto di vista sonoro grintoso e coinvolgente.
Diciamoci la verità: ci sono sfumature folk che mai nella vita vorreste sentire, mentre altre risultano essere così trascinanti da creare dipendenze.
Il risultato è che lei, al momento, è per me come una droga.
Dal primo momemento, senza andare a sparare i grossi nomi internazionali, mi ha piacevolmente ricordato l’attitudine dei Pan Del Diavolo.
Avevo un preconcetto pessimo nei confronti del genere, al punto che non volli ascoltare mai nulla di loro.
Mi capitò di vederli poi dal vivo e di entrare a far parte di quella folla urlante, a braccia alzate, che saltava omogenea e sudata, compatta e gioiosa, al ritmo della grancassa sotto palco.
Elli, per intenderci, fa lo stesso effetto.
Ti prende per mano e ti fa girare la testa già dal primo ascolto, con Leave This Town.
Sono undici i pezzi proposti, dei quali tre già inclusi in un precedente Ep.
C’è di tutto dentro al mondo di Elli.
Dalla seduzione accattivante di una timbrica che gioca ad ammaliare l’ascoltatore, a momenti con visioni introspettiche più intime e lente, trasversali.
E c’è passione, c’è calore in questo disco.
Si sente realmente tutta l’energia di Elli De Mon.
A leggere queste osservazioni, è lecito chiedersi: “perché non la ami e basta?”.
Perché no.
Perché se sei italiana e vuoi cantare in inglese suonando il blues, devi essere convincente.
E non puoi scivolare sulla pronuncia.
Non c’è cosa più fastidiosa di un italiano che vuole cantare in una lingua che non è la sua senza porre attenzione alla pronuncia.
Quanto li abbiamo presi per i fondelli, questi qui?
Immagino che se gli ascolti al lavoro di Elli De Mon si sono sprecati, dal vivo, su un palco, la ragazza dev’essere davvero tosta.
Ne sono convinta.
Le piccole sbavature, tuttavia, vanno corrette.
Non basta buttarla in caciara col folk per coprire qualche lacuna.
Intanto, se per caso avete cliccato il video dei Blue (bei ragazzetti dall’aria pulita, vero?) riprendetevi con questo.