Eels – Earth to Dora
“Earth to Dora” è il lavoro numero tredici degli Eels, che giunge con la sua anima oscura sul calare di un altrettanto oscuro 2020.
Si compone di dodici canzoni che formano una raccolta di brani ricchi di pesanti sentimenti, cantati però con la leggerezza di penombra della band.
Non manca, in questo album, il sapore del rock vecchio stampo tipico della band, mentre si può incontrare in varie sfumature la creatività della band dal punto di vista sonoro.
Ma in modo meno elettronico rispetto al passato.
“Earth to Dora” ha un nome che sembra quello di una fiaba.
E in effetti sembra portarci lungo il cammino di una serie di eroi, quelli raccontati dagli Eels, che sembrano aver scritto un loro nuovo classico.
Eels che mescolano veloci melodie, arrangiamenti semplici, chitarre, vibrazioni e testi sia dolci che amari.
Ma parlavamo di fiaba: a farne da protagonista è la storia di una relazione amorosa.
Un amore che nasce e che si apre con la gioia, cui pian piano si sostituiscono le insidie della realtà, tra problemi, gelosie, rancori.
Il tutto sarà destinato a rovinare persino il risultato del sentimento più bello, l’amore.
Le canzoni ci raccontano i vari passi di questa storia, ove fortunatamente si potrà intravedere anche un po’ di speranza.
Mark Oliver Everett, o meglio, Mr E., ha scelto di inserire, come anticipato, dodici tracce nella tracklist di “Earth to Dora”.
Tracce in cui si condensano dolcezza e positività, come succede in ‘Anything For Boo‘ o nell’allegra ‘Are We Alright Again‘ – o come avviene anche nella zuccherina title track. Purtroppo, come in ogni storia d’amore, ad un certo punto l’innocenza e il sogno si spezzano.
E lo fanno piano, mentre il disco continua a girare: è quello che succede sulle note tristi e sul testo di ‘Who You Say You Are‘.
‘I’d rather be alone‘ parla chiaro, mentre ci parla di «someone who doesn’t deserve a song».
‘Dark And Dramatic‘ racconta e quasi accetta la non sintonia con la donna amata, mentre ad incedere con forte pulsione è ‘Are You Fucking Your Ex‘, canzone tormentata dal pensiero del tradimento.
Fa il suo arrivo sulla scena la malinconia, quando partono le note di ‘The Gentle Souls‘ mentre nella storia concept del disco arriviamo ad una svolta ascoltando in sequenza ‘I Got Hurt‘ e ‘OK‘.
Dal buio in cui siamo stati finora avvolti, però, si può uscire.
E farlo con delicatezza, perché in cielo, un giorno, brilleranno nuove stelle.
È un lento risveglio da un sogno in cui ci si ostinava a restare intrappolati, come canta Mr E. in ‘Waking Up‘: «the dream is over/done and dusted/Now I’m waking up».
C’è tanto dolore nella storia raccontata dagli Eels in “Earth to Dora”.
Un disco adatto al 2020, anno un po’ spaventoso che ci ha spinto sempre di più all’isolamento.
Lontano dagli altri, molte volte anche lontano dall’amore.
«You know the past/It never last» canta ‘Baby let’s make it real‘: mentre la ascoltiamo, ed è forse la più bella traccia del disco, non possiamo far altro che sognare un nuovo domani.
Ricco di amore ma, soprattutto, di buona musica.
Come quella degli Eels.