Eco del Baratro – Azione
[bandcamp width=100% height=120 album=68613920 size=large bgcol=ffffff linkcol=0687f5 tracklist=false artwork=small]
Azione è la seconda fatica autoprodotta (la prima in studio) del trio trentino Eco del Baratro.
Uscito nel maggio del 2013, ci mostra un cambio di direzione del carattere del gruppo rispetto al suo primo album.
Adesso i brani sono ossessivi e arrabbiati e la band, trovandosi in una perfetta dimensione con i nuovi suoni e ritmi, ci fa ascoltare un sound carico e martellante che si districa in atmosfere cupe e frenetiche.
Le influenze principali sono quelle di Marlene Kuntz, Shellac, Joy Division e Jesus Lizard e, pur mantenendosi su una linea post-rock e noise, i tre esplodono anche in un punk veloce che penetra nell’ ascoltatore e lo trascina nel suo personale sfogo.
Uno dei messaggi principali che questi ragazzi ci vogliono trasmettere con questo album è che cantano e suonano ostentando tutta la loro onestà. Infatti i nostri Stefano Nicolini, Francesco Armani e Dennis Valenti non hanno paura di dirci ciò che pensano e lo fanno in maniera diretta e a volte anche grezza.
Tutto questo ci viene sbattuto in faccia così fin dalla prima frase della prima traccia Nuovo giorno, scelta per aprire le danze con un poetico ‘’Buongiorno al cazzo’’, che quasi ci spiazza. Nondimeno un’apertura di questo tipo ci ricorda molto i già citati Marlene Kuntz con la loro ‘’festa del cazzo’’ di Festa mesta.
Insistenti riff ci accompagnano per tutto l’ascolto insieme ad una voce che con il suo frequente canto urlato si presenta poco dinamica, ma per fortuna è equilibrata dalla seconda voce più limpida. Questo equilibrio ci regala le bellissime e leggermente più melodiche Sballata e Muse d’acqua.
La carica non manca mai per tutte le dieci tracce, ma la vera esplosione di energia la abbiamo con Carcassa silente, che arriva a metà per picchiare forte e per dirci che nella seconda metà del lavoro non si abbasseranno i toni.
La spinta finale viene data da Otto secondi di stupore, veloce e diretta, che va a chiudere un disco che si rende degno erede del noise rock italiano.