Denied Area – How To Get In
L’esperienza modella le persone.
Le persone attraverso la loro esperienza modellano la realtà.
Denied Area è un collettivo di musicisti che prendono il nome dall’omonima Label che si presenta sul mercato con il suo primo lavoro.
Formatisi spontaneamente nel 2014, attraverso la musica elettronica rendono palpabile un subconscio sonoro profondamente influenzato dal luogo in cui la loro musica è stata creata. Riunirsi senza uno scopo preciso, sperimentando, mettendo insieme esperienze e facendo brainstorming sonori ha prodotto una compilation con un’idea ancora embrionale di sound ma che restituisce lo stato d’animo di chi vi ha preso parte. Il collante di tutto è la voglia di sperimentare attraverso l’elettronica, avere come unica coordinata certa il “qui e ora” senza sapere dove si approderà. L’album contiene quattro tracce che sembrano giocare a un fuori e dentro. Come guardarsi attorno e poi riflettere, in un continuo scambio che oscilla tra empatia e introspezione.
I brani sono una sorta di audio-guida verso quei luoghi che solo inizialmente sono fisici, ma col passare del tempo e con lo scorrere dei beat diventano mentali, non a caso il titolo della compilation recita “How To Get It In”.
In ‘distacco’ il primo brano, si ha subito chiara l’atmosfera che il collettivo ha in mente, è come scendere nei meandri di un’idea, c’è poca luce e tanto fumo. Come entrare in una zona vietata.
La musica dei Denied Area è coerente ma al contempo imprevedibile, sono note le premesse iniziali ma non si sa, ascoltando, dove potranno portare i tunnel abitati dalla musica di questo collettivo.
All’interno troviamo anche Bob Vito, produttore e musicista apprezzato anche con un Ep solista dalle venature funk (“Save Your Own”), uscito lo scorso anno.
Avvicinarsi a questo prodotto non è semplice, è un lavoro che richiede pazienza ed attenzione, a volte probabilmente molta di più di quanto l’ascoltatore medio sia disposto a dare in anni in cui la musica viene consumata velocemente spesso senza possibilità di un secondo ascolto. I brani restituiscono in termini di intensità quello che perdono al primo ascolto.
‘Mitra’ nella terza traccia graffia con venature metalliche i beat più sincopati dando un po’ di vitalità all’insieme dei brani. La chiusura con ‘Superzoom’ e la sua ‘16:9’ lascia intravedere qualche spiraglio di luce, alzando il ritmo e mitigando i suoni gravi a favore di qualche sprazzo di groove.
Il lavoro non è soltanto sonoro ma artistico a 360 gradi, la grafica è curata da un fotografo molto vicino al collettivo, Marco Casino, è sua infatti la foto che fa da copertina alla compilation. Nella copertina si ha un assaggio di quello che si cerca di esprimere nel resto del lavoro, si scorge un giardino ma lo si può vedere soltanto da dietro una recinzione appena percepibile ma che, di fatto, blocca l’accesso, è tutto racchiuso in quest’immagine il concetto del disco. Tutta la compilation si può ascoltare su bandcamp.
La Denied Area alla fine dell’ascolto resta inespugnata, si riesce ad intravederne appena il nucleo, le idee sono numerose ma al momento restano a beneficio di chi nell’elettronica sa come muoversi e forse l’ascolto a lunghi tratti è da addetti ai lavori. Per chi ha voglia di incontrare suoni nuovi, strutturati su più livelli di ascolto le quattro tracce con cui questo collettivo si presenta al mercato musicale, il materiale c’è ed è anche corposo, nonostante il numero esiguo di brani si percepisce il grande lavoro alle spalle. E’ una prova che mette curiosità, per capire dove sia davvero quest’area abbiamo però bisogno di ascoltare altro, perché alla fine dei quasi 20 minuti di musica che i nostri hanno messo insieme rimane la curiosità di continuare a esplorare i cunicoli della mente di chi ha partorito questo sound. La sperimentazione è un terreno complicato e come spesso si legge in giro bisogna fallire tante volte per trovare la strada vincente.
L’elettronica è il campo del possibile, vanno trovate strade e modi per far fluire questi flussi di coscienza in altre tracce, in altri paesaggi sonori, in altri suoni capaci di aprirci a queste zone vietate.