Davide Geddo – Alieni
È con un nuovo pop – cantautorale che Davide Geddo, cantautore albenganese al terzo album – dopo i precedenti “Fuori dal comune” (2010) e “Non sono mai stato qui” (2013) – torna con “Alieni”, un lavoro pieno di significati estremamente intimi, in cui le parole hanno sicuramente un’attenzione particolare in tutto il disco.
È un’autoproduzione di tutto rispetto, dove le quattordici tracce (numero notevole per un disco) percorrono una strada senza ostacoli che porta chi ascolta ad una interiorità viscerale grazie anche all’uso degli archi campionati, che manovrati da Alessandro Alexovits, Gigi Magnozzi e Jacopo Ristori accompagnano ben nove delle quattordici canzoni.
Appena avviata la prima traccia le somiglianze, soprattutto canore, con cantautori come Finardi e Branduardi è stata immediata: la voce calda ricorda molto i cantastorie di qualche decennio fa, e devo dirlo…era ora!
In un vortice di musica creata in apparenza dove i talent hanno la meglio e in cui l’argomento denominatore è sempre lo stesso, il sapere e constatare che ancora esistono artisti che usano il cuore per creare qualcosa è quasi rassicurante.
In questo album si parla degli altri, del contorno, degli amori irrisolti, delle strane relazioni ma anche dei social e di questa esagerazione di opinioni e contenuti.
Infatti il titolo direi che non è per niente casuale: le persone hanno talmente tante stranezze nella vita che sembrano quasi degli alieni.
Si passa dalla vita di un anziano come tanti ne ‘Il pensionato‘, alle medicine e i bicchieri davanti ad una televisione a tutto volume in ‘Bricole‘, fino ad arrivare a ‘Un altro giorno‘ che ripercorre la tipica vita di un adolescente dove tutti, senza dubbio, ci possiamo riconoscere.
“Alieni” è un album che si fa ascoltare, e questo grazie sopratutto alla varietà di generi toccati e alla semplicità dei testi che arrivano con molta facilità e sensibilità: se volete percorrere un viaggio nella realtà di oggi, questo disco fa sicuramente al caso vostro.