Cromatika – Il sesto uomo sulla luna
Il suolo lunare è stato toccato da piedi umani ben dodici volte, e il sesto uomo a farlo fu Edgar Mitchell durante la missione Apollo 14.
Perché questa premessa?
Perché Il sesto uomo sulla luna è anche il titolo dell’Ep dei Cromatika, ed è la prima traccia che incontriamo durante l’ascolto di questo lavoro.
Che fa emergere alcuni quesiti.
Partendo dalle certezze, quella di Paolo Carrisi (voce, sax e percussioni) è una voce pulita, bella e penetrante.
Con i 7 pezzi proposti in questo Ep, Carrisi riesce a giocare con la sua vocalità dando sfoggio di quella che è tutta la sua potenza.
Musicalmente parlando, è vero che il gruppo presenta uno stampo pop-rock nella scelta dello stile, ma non è omogeneo all’ascolto dei 7 pezzi proposti.
Il pezzo più interessante de Il sesto uomo sulla luna è proprio la title track, che risulta originale per metafore emotive e sensoriali, amplificate da una struttura musicale che non è nuova nella formula ma commerciale al punto da essere facilmente memorizzabile.
Da qui, si passa a Più su, pezzo dal sapore Seventies che fa molto Procol Harum (ricordando fortemente, forse troppo, Homburg).
Maledetta ipocrisia si presenta come una ballade dal sapore romantico e malinconico, nella cui struttura si fa strada in modo interessante un sax, che aiuta ad enfatizzare alcuni passaggi salienti del brano stesso.
Eppure, un po’ nelle grafiche proposte (ma l’abito non fa il monaco) ed un po’ per il sound di alcuni pezzi, Il sesto uomo sulla luna ha delle potenzialità nelle liriche che vengono soffocate dalla struttura sonora stessa.
A mio avviso manca di coesione, manca un filo conduttore riconoscibile nei pezzi e che sia il marchio di fabbrica dei Cromatika.