Circa Waves – Young Chasers
Vale la pena, più spesso di quanto si possa pensare, affacciarsi oltremanica per vedere cosa succeda da quelle parti. Accade, per esempio, che un gruppetto di quattro ragazzi di Liverpool – capitanati da Kieran Shudall, una talentuosa macchina da singoli – dia vita a qualcosa che non sentivamo da un po’ e che, a qualcuno di noi (tra cui il sottoscritto), decisamente mancava.
Young Chasers è l’album di debutto dei Circa Waves, fresco fresco di pubblicazione (30 marzo 2015, ndr) per Universal/Virgin EMI. Non sono solito fare il sensazionalista, è una premessa che si rende necessaria ogni volta che mi capita di parlare di questo album, ma qui siamo davvero davanti a qualcosa di veramente molto interessante. Ok, passi la poca originalità: non è nato un nuovo genere; è rinato, però, quell’indie giovanile e spensierato che mancava dai tempi di Is This It degli Strokes e da Inside In/Inside Out dei Kooks. Young Chasers, alla maniera di quei neoclassicisti criticatissimi da Madame de Staël, riporta sulla scena un sound che ha vissuto una breve epoca d’oro anche grazie a The View e The Pidgeon Detectives ma che, negli ultimi tempi, era quasi inesorabilmente tramontato, costringendoci a rimestare nelle etichette indipendenti per trovare qualcosa di simile o ascoltare e riascoltare i gloriosi album d’esordio delle band di Casablancas, Pritchard e Matthew Murphy (The Wombats).
Non c’è nulla che possa distrarre da quello che Shudall vuole comunicare: chitarra, batteria, basso e voce. Stop. E va bene così, perché il quartetto di Liverpool dà sempre l’impressione di non avere bisogno di altro. I testi si muovono sul filone delle più classiche tematiche giovanili, con una certa venatura di nostalgia (ri)pensando ai nostri Best Years che riesce, nonostante gli argomenti non siano dei più originali, a rendere le strofe piacevoli e il messaggio ecumenico e instagrammato, da uno di quei mezzi sorrisi che vengono spontanei ripensando alle scene di un estivo T-Shirt Weather in filtro mayfair o perpetua.
La title-track dell’album è un inseguimento: breve, aggressiva, in cui la chitarra sembra inseguire per davvero la ragazza bionda nel video ufficiale (/ And I’ll chase you through the streets /). T-Shirt Weather, Good For Me, The Luck Has Gone e So Long sono assolutamente tra i pezzi meglio riusciti del disco, ma una menzione speciale va a Fossils e Talking Out Loud: che brani, signori! Fossils è malinconica (/ I’m a long way from home /) e divertente allo stesso tempo, mentre Talking Out Loud chiude in bellezza quasi quaranta minuti in cui vi sarà difficile non cantare o, almeno, muovere i piedi al tempo della batteria.
Young Chasers è una bella ventata d’aria fresca, di quella brezza familiare che sì conosciamo, ma non annoia e non infastidisce. Fate in modo di avere quest’album in macchina o nel lettore musicale del vostro smartphone in tempo per giugno, perché potrebbe essere parte della colonna sonora della vostra estate. E dubito ne possiate rimanere delusi.