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Cibo - Capolavoro

Cibo – Capolavoro


“Capolavoro” non è solo il sostantivo utilizzato per indicare ”un’opera di grande eccellenza”, ma è anche il nome del nuovo disco dei CIBO,.
Uscito per l’etichetta INRI
, è in questo modo che torna in scena il quintetto torinese, che già nel 2014 aveva deliziato l’udito dei propri fan con “Incredibile”. 
La band si era formata nel lontano 2004 con l’unione tra un gruppo hardcore melodico (formata da Marco, Fede, Matteo e per i primi tempi anche da Luca) e la voce gridata di Giorgio.
Il loro stile inizialmente tendeva al punk hardcore, seguendo con ispirazione i movimenti underground torinesi degli anni ottanta e novanta (Crunch, Arturo, Bellicosi, Lama Tematica, Confusione) non tralasciando contaminazioni più o meno rock contemporanee (Queens of the Stone Age, Foo Fighters, Mastodon, Converge, Melvins, Elio e le storie tese).

“Capolavoro” nasce dopo due anni di live concerts dei CIBO, dopo la decisione a marzo 2016 di tornare in studio all’Andromeda, nuovo rifugio dei Subsonica e di proprietà del ”Presidente” Max Casacci.
In esso sono contenute undici tracce che raccontano la voglia di sfogarsi che attanaglia tanti giovani, e si rivela essere un disco in grado di urlare su note rock potenti ed esuberanti passate per il mix di Maurizio Borgna a Berlino e per la masterizzazione californiana di Eric Boulanger nella cornice del The Bakery di Culver City.

Il disco prende il via con una dichiarazione: ‘Il nostro gruppo è morto‘, primo arrabbiatissimo pezzo.
I ritmi sono serratissimi e ben amalgamati in brani come ‘Vikingus’, in cui l’amore è considerato addirittura ”impossibile” e la musicalità è spontaneamente la stessa sulle note di ‘Gadro’.
Oscurità rarefatta caratterizza l’intro di ‘Sono stata lasciata’, brano potente e rabbioso, dedicata ad una beffarda solitudine; l’intro di ‘ICSFCLD’ è invece tratto da un personaggio interpretato da Jerry Calà, che, proprio ad aprire un brano il cui protagonista dichiara di saperci fare con le donne, recita ”Non sono bello, piaccio”.
La notte degli ‘Amici in piazza’ sembra essere infinita, come un tunnel, mentre nel ‘Supermercato’ ci buttiamo a capofitto verso una fila per la cassa, quel momento decisivo che diventa improvvisamente frenetico al momento del pagamento.Il ‘Valzer del disagio’ è uno specchio dei nostri tempi, un dialogo con uno psicologo per recuperare gli effetti di un mondo che va precipitevolmente verso un disastro irrecuperabile.
‘Macchinine (miglioreamicodimerda)’ comincia in modo ironico con la colonna sonora di Super Quark, parlando poi di bambineschi giocattoli.
Indicazioni stradali per la festa dei ‘Murazzi Lato Dx’ ci portano poi verso l’ultimo pezzo, ‘Riporto (4 Amici in piazza reprise)’, che gioca ancora una volta con l’ascoltatore chiudendo il cerchio di un disco divertente e sonoramente forte.

I Cibo dimostrano ancora una volta la propria ironia ed il proprio sarcasmo e lo fanno mettendoci al corrente, ancora una volta, di come questo sia piacevolmente compatibile con un certo incontro tra stoner ed hardcore.

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