Cato – Cato
Disco d’esordio per il musicista e songwriter bergamasco Cato: una manciata di canzoni fra pop-rock, blues e funk-soul.
Le canzoni di Cato non hanno la pretesa di annunciare chissà quale grande verità: sono dirette, semplici, ma come definisce lui stesso, straordinariamente vere.
Cato racconta di amori e sogni, e ne rivendica l’esistenza libera e diversa con una forza che conquista subito, senza troppi ragionamenti.
La prima cosa che salta all’orecchio sono le sonorità tipiche della scena mainstream italiana, una via di mezzo tra un Vasco e un Ligabue.
E’ qualcosa di già sentito, è vero, ma a differenza dei due nomi appena citati Cato ha una vena decisamente abbordabile per coloro ai quali piace la musica indipendente.
Tutto sommato le tracce scorrono piacevoli e contagiose, grazie all’ottima indole melodica di chi le ha scritte e al suono irrobustito delle chitarre, che traccia dopo traccia incontrano blues trascinanti, pianoforti rotondi, fiati di matrice funk-soul, cori e flauti.
Purtroppo non si può dire lo stesso della vocalità che risulta essere piuttosto piatta e che purtroppo a me non arriva.
Il disco in ogni caso è un lavoro ben eseguito e ben pensato, piacevole all’ascolto ma non è un disco che porterei con me.