Cassandra Raffaele – La valigia con le scarpe
Ok, lo ammetto: ero partito prevenuto.
E’ arrivato in redazione questo album, e subito ho cercato di capire chi è Cassandra Raffaele.
“Ah, ha fatto X Factor. Vabbé, vediamo a chi mollarlo”.
E così inizia il girovagare del disco tra i vari recensori, fino al ritorno al mittente con messaggi di vario tipo: “non è il mio genere”, “non mi piace, devo per forza parlarne male”, “scusa ma non saprei proprio che scrivere”.
Ok, lo ammetto: ancora con tanta prevenzione, decido di ascoltare l’album.
Dopo un po’, però, la prima cosa che mi son chiesto è stata: ma i nostri giovanotti (leggasi recensori), che impazziscono per Dente e Maria Antonietta, che background di ascolti hanno?
Ok, lo ammetto: anche nel mio caso, non è il genere preferito, ma nel disco di Cassandra Raffaele non è difficile individuare forti richiami ad una tradizione cantautorale di prestigio.
Non c’è la stessa classe magari, per carità, ma perchè non riconoscerle le venature jazz e swing che richiamano Paolo Conte (ok, non linciatemi) ed una voce calda e versatile che può ricordare Rossana Casale (si ok, son vecchio)?
Ma poi, perchè stravedere per Mannarino e non riuscire a capire un disco che ascoltandolo si spiega da solo?
Cassandra (la chiamo per nome, dopo tanti ascolti siamo amici ormai) dimostra capacità di scrittura.
Si muove con disinvoltura tra pop e cantautorato, senza perdersi in inutili leziosismi.
Sicuramente un po’ acerba in alcuni passaggi, ma vogliamo darle anche il beneficio dell’opera prima?
I testi sembrano rappresentare perfettamente ciò che lei mostra di sé stessa al pubblico, o almeno, ciò che io immagino guardandola nelle foto che la ritraggono: onirici, vagamente felliniani, in viaggio; diretti alla ricerca di ciò che desideriamo o di ciò che abbiamo perduto.
Già.
Forse proprio il significato di avere una valigia con le scarpe.