Cafè Noir – Rosso Negroni
Oggi vi presento i Cafè Noir, che proprio in questo periodo sono in giro per la promozione del loro album “Rosso Negroni“.
“Rosso Negroni” trae ispirazione a piene mani (senza ombra di dubbio) da quello che è stato il rock italiano anni ’90: è perfino troppo facile riconoscere stili e giri di chitarre che per anni tutti abbiamo ascoltato.
Chi segue un po’ le mie recensioni sa che non mi piace mai fare paragoni e riferimenti a gruppi e dischi del passato, e non lo farò nemmeno questa volta.
Precisato questo, penso sia inutile analizzare i singoli brani alla ricerca di un’autenticità che comunque manca.
I testi sono degni di un ottimo paroliere ma mancano di incisività e la scelta di recitarli, più che cantarli, li rende troppo simili a cose già sentite e risentite in Italia.
Riconosco che le partiture di chitarra sono suonate veramente molto bene a differenza della sessione ritmica che pecca un po’ di creatività e originalità.
Mi aspettavo qualcosa di più incisivo, marcato e di carattere, ma va riconosciuto che degli otto brani del disco spiccano sicuramente ‘Tutto Quello Che io Non Sono’ e la più spensierata ‘Un Terzo Un Terzo Un Terzo’.
Da dimenticare, a mio avviso, ‘La Meravigliosa Estate Dei Morti’.
Spero che in futuro i Cafè Noir possano stupirci con qualcosa di più originale, al momento “Rosso Negroni” risulta essere un buon disco di sottofondo per l’ora dell’aperitivo.