ByMySide – Affogare, Risalire, Ricadere
Molto spesso la ricerca di un sound particolare, ampolloso e raffinato porta le band a dimenticarsi del messaggio che stanno cercando di mandare, o in questo caso “di urlare”, all’ascoltatore.
Non è il caso dei ByMySide.
Il quintetto di Cesena torna sulle scene con una grinta senza precedenti, offrendo 8 tracce di pura rabbia musicale.
La band si inserisce di prepotenza in uno scenario musicale che sa porsi esattamente a metà fra la tradizione e le ultime tendenze.
Impossibile non notare i legami con la grande tradizione punk ed hardcore degli anni ’90 in canzoni come ‘Utopia di Ogni Giorno‘, ma in questo album la band si rifà molto di più al melodic hardcore che ormai spopola ovunque da qualche anno.
Sentendo “Affogare, Risalire, Ricadere” si rintracciano facilmente band internazionali come Being As An Ocean e La Dispute, probabilmente fonte di ispirazione cristallina per i ByMySide.
Attraverso i loro brani i ragazzi mostrano di aver imparato la ‘Lezione degli Antichi‘ e quella dei moderni ma sono riusciti comunque a trovare un loro sound, a cucirsi addosso un vestito che appartiene soltanto a loro.
È molto interessante il contrasto fra voce e sound poiché anche in parti relativamente di quiete musicale si erge una voce disperata e graffiante, una voce che cerca di comunicare col mondo esterno un disagio, un turbinio di emozioni.
A tal proposito, mi piace ricordare una citazione di Jesse Barnett, frontman della band hardcore Stick To Your Guns, che alla domanda «Perché urli nelle tue canzoni? Non si riesce a capire ciò che dici» rispondeva «Quando parlo nessuno mi sente. Mentre, se mi metto ad urlare, è vero, potrete non capirmi, ma almeno riuscirete a sentirmi».
“Affogare, Risalire, Ricadere”: già dal titolo si capisce che questo è un lavoro frenetico, che non ti permette di far pause ma che va ascoltato tutto d’un fiato.
Infatti le 8 canzoni che compongono il disco hanno una durata piuttosto ridotta, come vuole la tradizione del genere, e corrono dritte per la loro strada fino alla fine. Particolarmente rimarcabili sono le tracce ‘Non Siamo più Ciò che Eravamo‘ e ‘Come Dovrei Oppormi?‘, all’interno delle quali si riscontrano melodie davvero interessanti, che ti entrano in testa e là restano per almeno il resto della giornata (se non della settimana!).
È davvero bello sapere che nella scena hardcore underground esistono e sopravvivono ancora delle band così: di qualità, che non scendono a compromessi con nessuno ma che si interessano solo di far passare un messaggio, di arrivare all’ascoltatore.
Band che si interessano semplicemente della propria musica.
Questo è un disco che consiglio vivamente agli amanti del genere hardcore/screamo, ma che in realtà mi sento di dover consigliare a chiunque senta il bisogno di trovare una valvola di sfogo.