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Bubble Gum – De Staat


Sono tornati su Caroline International con “Bubblegum” i De Staat, progetto olandese iniziato come one man band del cantante Torre Florim che ha poi creato dalle fondamenta la formazione attuale.
I De Staat sono un quintetto che ha scelto ‘Kitty Kitty’ come primo – entusiasmante – singolo di presentazione ad un disco veramente ricco di atmosfera.

La band nel 2008 suonò con i dEUS firmando nello stesso anno con la Excelsior Recordings, così da pubblicare nel 2009 l’album di esordio “Wait for Evolution”.
In pochi anni la popolarità li ha portati a suonare sui palchi come quello del Dot to Dot, di Glastonbury, dello Sziget e del Lowlands.
Col tempo i De Staat hanno pubblicato vari album, vinto premi e suonato live in moltissime occasioni, fino a giungere a questo nuovo lavoro.

“Bubble Gum” è il loro sesto album in studio, che sceglie di trattare la realtà moderna fatta di persone che scelgono di vivere all’interno di bolle di propria creazione.
I riferimenti che si trovano nel disco sono anche politici: lo stesso Torre ha affermato che per il primo singolo ‘Kitty Kitty‘ l’ispirazione è sorta dalle politiche di Trump e dalla sua campagna, ricca di frasi e di parole che rimandano al concetto per cui la società dovrebbe essere suddivisa in una serie di ”caste”.
La seconda traccia, ‘Fake it till you make it‘, si apre in modo potente partendo da una sorta di acuto che si esaurisce in sonorità hip hop.
Mona Lisa‘ è rockeggiante ed energica ed è, assieme ad ‘I’m Out Of Your Mind‘ l’altro dei singoli pubblicati finora.
Si parla di brani con un carattere davvero prepotente, di grande bellezza.
Segue una canzone il cui titolo rimanda ai Pokemon, anzi, al Pokemon per eccellenza, ‘Pikachu. 
È un brano ricco di distorsioni e di influenze diverse: quasi techno, forse un brano da discoteca, qualcosa che fa venir voglia di saltellare.
Cambiamo totalmente atmosfera e ci avviciniamo a quella calda e avvolgente di brani tipici di band come i Depeche Mode con ‘Phoenix’.
I cori sono emozionanti e mentre «we set the world on fire», immaginare una fenice che rinasce dalle proprie ceneri è un gioco davvero semplice.
Si sale di livello – dal punto di vista del ritmo – in ‘Level up’, che ci proietta ancora una volta negli anni ’80 con i capelli cotonati, i leggings colorati e le giacche ricche di pailettes da indossare rigorosamente con gli occhiali da sole anche al chiuso.
Me time‘ è un brano più contemporaneo, benché il cantato faccia riaffiorare alla mente i Beastie Boys degli anni ’90.
I De Staat incontrano Luwten sulle note stroboscopiche di ‘Tie me down‘.
Il rock è accogliente e la voce femminile si posa con grazia su note piene di carattere, che si confrontano poi con i synth e le tastiere colorate di ‘I wrote that code’, una presa di responsabilità decisa raccontata da un turbinio di note.
L’ultima traccia ha le sembianze di un sottofondo plausibile durante una preparazione diretta alla partenza verso lo spazio.
‘Luther’
è astronomica, vola altissimo, tocca culmini e vette e lo fa con gli strumenti musicali e vocali posseduti da i De Staat, che si confermano con questo disco come una band poliedrica e davvero affascinante.

Le canzoni che compongono ”Bubble Gum” sono eterne e variopinte, forti e carezzevoli, sognanti e terribilmente razionali; compongono un quadro che va osservato con attenzione affinché si possa giungere – almeno verosimilmente – ad una piena comprensione delle pennellate che lo compongono.
Il consiglio è di non perdersi nessun particolare.

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