Bruuno – Belva
L’orecchio fa fatica a seguire i Bruuno, incontro di due realtà musicali che hanno dato vita ad un disco interessante ed a suo modo originale.
Si parla di “Belva“, album d’esordio della band di Bassano del Grappa (VI) uscito per V4V-Records e Coypu Records che convince con un post-hardcore incisivo ed in italiano.
Si descrivono come «la conseguenza di un gesto impulsivo, un incastro di esperienze musicali diverse, unite per scuotere l’apatia del vivere quotidiano. Come il lato duro della gomma, che strappa il foglio ma non cancella lo scritto».
L’ascolto del loro album si apre con ‘Casper‘, brano nel quale è difficile identificare le sonorità stoner-punk.
«Voglio perdere la ragione e ritrovarla!»: si urla così in ‘Sete’, singolo che con il senno di poi rappresenta una buona sintesi del sound dei Bruuno.
Bastano la rabbia e la capacità di incanalarla in riff e ritornelli martellanti per imprimere uno stile, ed il merito è anche dell’ausilio della batteria usata con gusto e ingegno che conferisce maggiore forza alle parti di basso e chitarra.
Un album all’altezza delle aspettative, e a confermare questa osservazione lo dimostrano i due traguardi raggiunti dalla band: originalità e genuinità del prodotto.
‘Troppo spesso lento‘ è il motivo per cui non riesco a smettere di ascoltare “Belva“: un brano che non ha niente da invidiare se paragonato alle produzioni di altri nomi dello stesso ambiente.
Uno schiaffo morale arriva con ‘Seppuku‘, la reazione istintiva al male generato da una scelta.
“Belva” è un prodotto che merita un ascolto attento, ponendo maggiore concentrazione alle liriche.
Il tema di fondo è rappresentato dal riscatto nei confronti delle ingiustizie e delle decisioni prese senza troppe riflessioni, in modo istintivo: non vi resta che fare la stessa cosa, fidandovi e premendo il tasto play del lettore per ascoltare i Bruuno.