BOOSTA – Post Piano Session
“Post Piano Session”, Boosta riscrive così le regole del pianoforte
Un progetto racchiuso in sei Ep di grande impatto emotivo
Il concept di questa percorso musicale, articolato in sei Ep, ruota attorno al pianoforte, strumento che ha sempre contraddistinto in modo originale e non allineato la produzione di Boosta, dai Subsonica al suo percorso solista.
Come ci ha già abituati con la sua band, Boosta parte da uno strumento che tutti conosciamo per portarlo (e portarci) su terreni apparentemente sconosciuti.
“Post Piano Session”, infatti, è un percorso non soltanto musicale ma anche di ricerca personale interiore.
Le canzoni dei diversi Ep fondono elettronica a rumori ambientali, sospiri, linee melodiche apparentemente tradizionali e distorsioni inaspettate e brucianti.
Ascoltando i vari brani si ha l’impressione di imbarcarsi in un viaggio prima di tutto dentro noi stessi, come se attraversando gallerie buie del nostro inconscio dovessimo avere la giusta colonna sonora.
Ecco, appunto, questi album sono la soundtrack ideale per un viaggio alla scoperta di un pianeta inesplorato, quello dei nostri mostri interiori.
Antri bui, stante luminose, gioia e dolore che convivono con angoscia e speranza.
La musica di Boosta riassume tutto questo rallentando i ritmi e assecondando il battito cardiaco.
Il pianoforte sembra respirare con noi.
Il senso di libertà che esprimono queste composizioni si rintraccia nel non dover rispettare le stringenti regole dei singoli radiofonici.
Nessuna cassa in quattro, nessun ritmo ruffiano: soltanto la voglia di preparare tutto per affrontare un viaggio senza una meta apparente.
Unica bussola?
Itasti del proprio strumento, la rotta la deciderà il mood del momento – da seguire fino a notte fonda, se è necessario.
Il viaggio che ci invita a fare Boosta non richiede tappe predefinite ma soltanto la fiducia (ben riposta) nel proprio timoniere.