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Black Beat Movement - Love Manifesto

Black Beat Movement – Love Manifesto

Love Manifesto” dei Black Beat Movement è un bel disco, la tendenza che solitamente porta a ricercare la pretenziosità o la banalità, qui, non è di casa.
È raro trovare una produzione simile assieme a una capacità di parlare fluentemente vari dialetti all’interno di una stessa lingua, una fatica che sembra divenire facile quando si prova devota passione per un modo di esprimersi.
Love Manifesto” è una dichiarazione d’amore e quindi d’intenti, è il tributo a quel grande e vecchio albero genealogico che ha la sua radice nei termini Black Music. Le sue varianti contemporanee passano attraverso le corde del collettivo milanese e nu funk, neo soul, hip hop, si mescolano e si ravvivano, accendendosi in una costellazione di stelle dagli spettri diversi. In ogni pezzo si respira una differente atmosfera, come passando da una sala ad un’altra in una grande villa in cui si svolga una festa danzante.
Quasi se ne riconoscono gli invitati: nella prima si intravede D’Angelo, nella seconda occhieggia un’ancora giovane Mariah Carey, ottoni si intrecciano a scratchate, tempi pari a tempi dispari. Non ci si annoia.
La produzione oltretutto, il come e il quando gli strumenti si prendono i loro spazi, è ineccepibile, curata nei minimi dettagli, come comprova l’impegno della planetaria Universal Music nella distribuzione.

Allora cosa manca? Qualcosa che ne fa un bel disco, ma non un buon disco.
L’ascoltatore ne esce appagato, l’ammiratore del genere impressionato, c’è groove da vendere infatti, esperti arrangiamenti, intuizioni raffinate e l’implicita promessa di uno spettacolo dal vivo esaltante, come può derivare solo da musicisti appassionati e talentuosi.
Quello che manca, e che (forse?) deve mancare in un disco che si propone probabilmente come tributo, è un’impronta propria. Volendo anche andare oltre una certa civetteria – che emerge prepotente ad esempio in ‘Into the Space‘, che il prezioso cambio di marcia non riesce a salvare – non si afferra nulla che non appartenga a un canone prefisso, specialmente oltreoceanico, che mantiene imperioso il timone lungo tutte le tracce sebbene filtrato dal sapiente processo di contaminazione di generi.
Una dichiarazione d’amore vera e convincente, fatta coi termini che usa chi si ama.

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