Altre di B – Sport
Il titolo del disco dicono sia stato scelto poiché sono pochi gli argomenti in grado di far interagire in modo naturale e spontaneo le persone.
Basti pensare, ad esempio, a quando ci sono eventi quali i il campionato di serie A o addirittura i Mondiali, come in questi giorni: si assiste alla metamorfosi di massa.
Quella che vede gente di ogni estrazione sociale e che svolge lavori di diverso tipo rivestire il ruolo dell'”allenatore”: ognuno ha qualcosa da dire e, soprattutto, ognuno sa che cosa sarebbe meglio fare per la squadra.
Non c’è nulla da fare: lo sport è un fattore di aggregazione.
Sport, in questo senso, va ad essere il collante dei nove brani che compongono il disco degli Altre di B.
Sport è quindi l’entità filosofica, il pensiero supremo ed incombente, che accoglie e racchiude in sé le identità compatte da un punto di vista sonoro.
Gli Altre di B sono in 5, sono bolognesi, e cantano talmente bene in inglese da essere credibili e smaliziati al primo ascolto.
Il loro sound rimanda ad un indie rock raffinato di matrice americana, che regala incursioni di elettro pop che concorrono ad impreziosire un lavoro già di suo curato nel dettaglio.
Il concept proposto nel titolo trova riscontro anche nei singoli brani, che danno vita a piccole storie raccontate con passione.
Si pensi a Kasparov, brano dedicato al più grande scacchista di tutti i tempi, o anche a Slalom che inizialmente sembra cantata da Alex Turner degli Arctic Monkey.
O, ancora, alla incisiva Roland Garros.
Tutti piccoli tasselli convincenti che vanno a comporre un mosaico necessariamente più grande ed importante.
Un disco che fa presagire aria di festa e di comunità.
Un disco che mentre lo ascolti ti butta addosso la sensazione di famiglia, anche se sei in mezzo a gente che non conosci affatto.
Ascoltate Subbuteo, magari riuscirete a capire che cosa intendo.