AVA – Waves
“Waves” è il primo disco delle AVA, incontro artistico di due eccellenti musiciste, la violinista Anna Phoebe e la pianista Aisling Brouwer.
Come si percepisce dalla raffinatezza delle note che disegnano questo disco, si tratta di un duo dalla formazione classica che ha deciso di unire i propri punti di vista per creare paesaggi sonori dal sapore ambient.
Si sente immediatamente l’influenza del lavoro svolto in passato, come quello alle colonne sonore per film e televisione svolto da Aisling Brouwer e quello legato alla collaborazione con la la Royal Ballet School di Anna Phoebe.
Il loro è un background misto, sia a livello di origini personali – Anna Phoebe è Tedesca/Greca/Irlandese e Aisling Brouwer è Olandese/Irlandese – sia a livelli di viaggi effettuati, ma il loro incontro è avvenuto nel 2016 in Gran Bretagna, scelta quindi come headquarter musicale.
Lungo le dieci tracce di ”Waves”, le onde si infrangono morbide, raccontando attraverso piano e violino sensazioni profonde ed intime, creando muri di conforto per chi nella musica ha il desiderio di trovare, a volte, un momento di pausa e di riparo.
Le due protagoniste e autrici dell’album sono cittadine Inglesi: cresciute in nel continente Europeo, sono particolarmente sensibili all’incombente scenario che la Brexit prospetta, e scelgono di fare di questo argomento il fulcro dell’album.
A far da primo singolo, la title track, composta in uno studio sulla costa del Kent, a un miglio dalle bianche scogliere di Dover, e inevitabilmente risente della vastità e dell’imprevedibilità dell’Oceano.
Le identità che caratterizzano le AVA entrano in modo tangibile nei pezzi che compongono ”Waves”, facendo amalgamare con dedizione violino e pianoforte, raggiungendo la catarsi emotiva attraverso questi splendidi pezzi.
Pezzi che sono nati dall’improvvisazione e sono stati poi levigati con grande cura, a creare un’oasi che permette di esplorare luoghi immaginari entro cui sentirsi al sicuro.
Brani come ‘To be alone‘ abbassano per alcuni minuti i picchi disegnati in aria dagli splendidi archi protagonisti di ‘In motion‘ o ‘Deep Blue‘, mentre il piano scorre leggero su pezzi come ‘Resistance‘, ‘Underwater‘ e ‘Mulholland‘, che vola più in alto ancora, come un gabbiano.
Le AVA cercano la bellezza in mezzo alla follia, costruiscono un angolo di conforto in un mondo in cui a far da padrona è l’insicurezza.
Realizzano con questo intento un’opera d’arte fatta di ghirigori musicali che si lasciano osservare, studiare, esplorare e ammirare.
Le note si affiancano come delle ballerine gentili ed emozionate, regalano piroette, lanciano sguardi ad un pubblico commosso da tanta eleganza, dalla bellezza caduca di quel genere di arte la cui delicatezza fa in qualche modo preoccupare sul suo sfiorire.
La speranza è che la musica delle AVA non sfiorisca e ci abbracci ancora una volta.