Are You Real? – Songs From My Imaginary Youth
”Songs From My Imaginary Youth’‘ è il disco con cui Are You Real? ha deciso di raccontare in nove fiabe punk come combattere gli spiriti del male.
Quello di cui stiamo recensendo l’ultimo lavoro è infatti il progetto di Andrea Liuzza, musicista e videomaker di Venezia, molto bravo nel comporre canzoni dal gusto squisitamente internazionale, facendo accompagnare la propria voce da tanti strumenti, primo fra tutti la chitarra.
Il suo debutto risale al 2006 con ”Countless Ways For Pressing Flowers”, e una delle partcolarità di quel disco fu che Liuzza lo registrò interamente a casa propria, realizzandone poi un videoclip per ogni traccia.
Seguirono poi altri lavori, ”Melancholia I” (2009 ) e ”Songs Of Innocence” (2012).
Per questo disco Are You Real? ha deicso di suonare da sé tutti gli strumenti e di occuparsi personalmente anche del mix: benché si parli di fiabe punk non si può relegare a questo genere ciò che viene sperimentato in ”Songs From My Imaginary Youth”, visto e considerato che, in effetti, quello che le nostre orecchie vanno qui ad incontrare si configura perlopiù come un misto di pop, di rock, di folk e di punk-rock.
Un misto che risente di influenze ambient e di percussioni sciamaniche.
Le atmosfere sono sicuramente variegate, a tratti compresse ed a tratti dilatate: tra i ritmi ruvidi di brani come ‘Shaman Punk‘, l’oscurità onirica delle fantasie di ‘Song for a stranger’ e l’energia da cavallerizzo di ‘We are the wild’ ci sembra di immergerci in un viaggio per sentieri sconosciuti ma curiosamente attraenti.
Le vibrazioni sono di buona fattura, come quelle che trasmettono brani sentimentalmente pieni come ‘Run’ e ‘Behind your eyelids’ – quest’ultimo rilucente di una quiete forse, per una volta, non solo esteriore.
‘There was a man’ racconta una storia, mettendo al centro un viaggiatore e le sue avventure.
‘The Great Unkown’ affronta il senso del non misurabile, di quella grandezza che non potremmo mai conoscere né tantomeno immaginare, un po’ come le sensazioni del primo bacio, quelle narrate in ‘I Kissed Alice’, la traccia successiva.
E la nona traccia, ‘I don’t wanna die young’ chiude il disco con una dichiarazione di intenti molto punk: il non voler morire giovane.
La fiaba quindi si conclude nel migliore dei modi, cercando di indirizzare tutti i sentimenti, le emozioni, le avventure entro un flusso di vitalità splendidamente energico, proprio come la musica di Are You Real?.