Andy Shauf – The Neon Skyline
L’idea di Andy Shauf è ormai quella dei concept album in un senso tutto suo.
“The Neon Skyline”, pubblicato da ANTI- Records, ne è l’ennesima conferma.
Già col precedente album, “The Party”, ci aveva portato ad osservare tutti i possibili personaggi che si possono incontrare in una festa.
Punto di osservazione privilegiato la sua penna e la sua chitarra, oltre chiaramente alla sua splendida voce.
Il cantautore canadese stavolta ci porta in un bar notturna, ed illuminati dalla luce al neon delle insegne ci tratteggia un’altra galleria di storie altrettanto interessanti.
«I called up Charlie about a quarter past nine and said, “What’s going on tonight?”
He said, “No plans, but I wouldn’t mind holding a lighter head tonight.”
I said, “Come to the Skyline, I’ll be washing my sins away.”
He just laughed, said “I’ll be late, you know how I can be.”»
Ed in effetti questo disco si lascia ascoltare così, come un amico che ti chiama per andarti a fare una birra dopo una giornata difficile.
Una di quelle voci che ascolti da anni, che anche nei momenti di reciproca difficoltà ti riportano subito a casa con un paio di battute tirate lì al semplice scopo di sfangare anche questa settimana, di superare anche questa giornata complicata.
Un po’ come quando Moz cantava «Take me out tonight Because I want to see people and I Want to see life». Così Shauf ci porta in quel mondo illuminato solo a metà fatto di drink, storie sussurrate all’orecchio in locali pubblici e di avventure a tratti vissute a volte solo immaginate.
«Seems like I should have known better
Than to turn my head like it didn’t matter
Why do I do the things I do
When I know I am losing you?»
Musicalmente il disco si regge essenzialmente sulla voce di Andy, appoggiata sulle sue chitarre mai invadenti, In brani come ‘Living Room‘, compaiono anche i fiati che scandiscono l’inizio, la metà e la fine della canzone che vive come nel flashback raccontato nel brano.
Di certo “The Neon Skyline” non aggiunge molto alla carriera del cantautore canadese, ma è di sicuro una bella conferma della sua vena compositiva sempre prodiga di brani capaci di fare il loro lavoro.
È un viaggio sempre nuovo per l’ascoltatore mettere sul piatto un disco di Andy Shauf.
Lui ha la capacità di avere il quadro d’insieme, come un regista scafato modella e muove personaggi all’interno dell’architettura generale di un album che finisce per diventare una sorta di lungometraggio urbano in questo caso.
Vedi le persone fumare fuori dai bar scambiandosi occhiate complici, ascolti i lupi solitari raccontare al barista i loro fallimenti («Rose asks if we want another / I say, “I’ll take another life”») e riesci a scorgere le coppie che si stanno lasciando vicine a quelle che si sono appena trovate.
E poi c’è Judy, la sua ex che attraversa tutto il disco come un lutto da elaborare, come una storia finita da rivivere raccontandola al proprio migliore amico che bicchiere dopo bicchiere finisce annegata nella malinconia di canzoni come ‘The Moon‘.
Poi come alla fine della nottata arrivano gli ultimi tre brani a tirarci su, a cercare il bandolo della matassa come in ogni percorso interiore che si rispetti.
“The Neon Skyline” racconta una storia che conosciamo tutti, racconta delle serate con una pinta di birra in mano a lamentarci o a incoraggiare un amico che si lamenta.
Quelle serate passate a guardare le coppie felici negli altri tavoli pensando che prima o poi toccherà anche a loro litigare com’è successo a noi.
Il disco di Andy Shauf racconta tutto questo ed è sicuramente uno degli album più interessanti usciti in questo 2020.