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Andrea Laszlo De Simone - Uomo Donna

Andrea Laszlo De Simone – Uomo Donna


“Uomo Donna”, questo è il titolo scelto da Andrea Laszlo De Simone per il suo nuovo disco solista, autoprodotto, uscito per 42Records.
Un disco fatto di differenze che si incontrano, di sonorità che si mescolano, di tempo sospeso in bilico tra passato, presente e futuro.

Dal passato ha ripescato il sound di base, l’atmosfera ovattata del mondo analogico, la semplice ma funzionale struttura.
Dal presente un cantato e una scrittura che ricordano, senza però somigliare troppo, le intenzioni di diversi gruppi indie del momento.
Dal futuro c’è la sperimentazione, il desiderio di tentare l’unione fra mondi che in comune avrebbero poco e niente, ma che alla fine stanno bene insieme.
Come un uomo e una donna, appunto.
Una forzatura sonora che riesce a entrare in testa e a rimanerci, con la bellezza del paradosso e lo stupore che sa lasciare.

Ogni traccia sa essere a suo modo completa e complessa, una parte di un tutto che ha bisogno delle altre per avere un senso ma che da sola sa avere e mantenere la sua originale personalità.
Lo si intuisce già dalla title track, che apre il disco portando subito agli anni ‘70, ai capelli cotonati, ai New Trolls.
Ma lo fa con la psichedelia dei giorni nostri, caricata da suoni e rumori che la rendono confusa e affascinante. Sulla scia del cantautorato nostrano, della malinconica tradizione, della morbida seduzione di un cantato accorato prosegue ‘Sogno L’amore‘, dove le tracce di un Battisti si avvertono prepotenti e prepotenti rendono struggente e magnetica l’atmosfera.
Abbandono di sovrastrutture, di concetti imparati, alla ricerca di una libertà che non può esistere, perché «Per essere libero dovrei scordarmi tutto quello che ho imparato».
‘Vieni a salvarmi’ è un crescendo, una deriva e un naufragio musicale, tra momenti melodici e attimi di stupore in chiave rock, in cui l’urlo di disperazione, nei suoi 7:21 riesce a risolvere il dramma e a riportare la barca nel suo porto sicuro.
L’orecchio non può abituarsi, perché i percorsi creati da Andrea Laszlo De Simone sono lineari e poi svoltano all’improvviso senza avvertire. La presa di coscienza accompagnata al pianoforte di ‘Meglio‘, la psichedelia di ‘Solo un uomo‘ e di ‘Eterno riposo‘, il mood vacanziero e le seconde voci di ‘Questo non è amore‘, il collage di ‘Gli uomini hanno fame‘ (un’altra lunghissima traccia, da oltre 11 minuti di rumori televisivi, inserti strumentali dal piglio deciso, momenti cantati morbidamente) portano sempre più all’interno dell’atmosfera di “Uomo Donna”, fino ad una sorta di spartiacque tracciato dalla traccia numero 9.

Che cosa‘ ferma tutto, lascia spazio solo alla chitarra e all’intensità del testo, che esce pulito e comprensibile immediatamente, spogliato dalle sovrastrutture precedenti.
Sul finale, un po’ di confusione fa tornare il mood al livello precedente, con ‘La guerra dei baci‘, altro singolo estratto dall’album, che parla d’amore, e lo fa con l’ironia e la leggerezza originale che contraddistingue l’autore.
Le ultime due tracce, ‘Fiore mio‘ e ‘Sparite tutti‘ sono praticamente agli antipodi: pop e frizzante la prima, rumorosa, elettronica e a tratti disturbante la seconda.
In un panorama musicale saturo di proposte, che spesso non riescono a brillare per originalità, incontrare un album come quello di Andrea Laszlo De Simone è sicuramente un colpo di fortuna.
Può risultare complesso a tratti, esagerato in altri, ma sicuramente ha carattere e stile da vendere: musicalmente costruito con cura e dovizia di particolari, ma registrato in presa diretta; cantato con leggerezza, ma che sa emozionare quando il testo lo richiede, “Uomo Donna” è la perfetta sintesi di quanto i contrasti sappiano creare inaspettate e piacevoli soprese.

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