An Harbor – May
Ascoltando “May”, il primo album di Federico Pagani in arte An Harbor, non si può fare a meno di pensare a quella musica pop che per l’appunto s-pop-ola ai giorni nostri.
Penso ai Coldplay o ai Kings Of Leon, per intenderci, che prendono ispirazione un po’ dal rock ed un po’ dall’elettronica senza mai approfondirli troppo, per cercare di creare un prodotto musicale semplice e di vasto consumo.
I testi di An Harbor sono lineari e richiamano immagini nette e metafore fiabesche.
«This love is a glimmer in the night, this love is a light in the dark», recita il ritornello di ‘By the smokestack’: non si lasciano sfumature, ed è proprio questo il “tormentone” proposto ad X Factor e che per qualche tempo lo ha reso famoso.
Dotato di una voce molto particolare che richiama (o copia?) quella di Paolo Nutini, An Harbor si è fatto infatti notare come concorrente in alcune puntate del talent show per il suo stile eccentrico sia musicale che scenico.
Con “May” sono proposte una raccolta di canzoni che hanno in comune il fatto di essere costruite per lasciare libertà d’espressione alla vocalità.
Tuttavia Federico non sembra avvedersene, e non utilizzandola in pieno lascia che la sua voce rimanga costantemente entro un certo range di tonalità.
‘Minerva Youth Party’ è un pezzo pop-rock che ricorda atmosfere e speranze primaverili («Spring came to me»).
Si continua su queste corde fino a ‘Come armed or come not at all’, quarto brano del disco in cui An Harbor è accompagnato solo dalla sua chitarra acustica.
L’album termina con ‘Not made of gold’, un brano che parla di giugno e dunque della fine della primavera: con questo il cerchio si chiude.