Alaveda – Alaveda
”Alaveda” è l’omonimo e primo disco di un giovane cantautore romano il cui lavoro è stato prodotto e registrato con l’aiuto di un polistrumentista (Alessio D’Auria), di un producer (Frank Brtai, impegnato anche con Babalot e Alessandro Fiori) e vanta un mixaggio firmato niente meno che da Lucio Leoni (leggi qui la recensione al suo disco).
L’ultimo tocco, il mastering, è stato realizzato da Filippo Strang al VDSS Recording Studio.
Alaveda si presenta con un album composto da dieci tracce tutte connesse da un fil rouge che mette in primo piano le emozioni.
Pubblicato il 29 febbraio 2016, questo è a tutti gli effetti un disco che in modo tenero e carezzevole affronta tematiche che toccano nel profondo: l’amore, le speranze, la necessità di compiere delle scelte.
I testi sono ben scritti e le melodie (mai aggressive) percorrono una strada che incrocia due diversi generi: il folk e l’electro pop.
Il disco si apre con una loro mescolanza, un viaggio che introduce gli ascoltatori nel mondo di Alaveda e in sé stessi.
La prima pietra si intitola ‘Sulla tua schiena’ e racconta l’addio tra due persone prima felici ed ora vittime di una feroce disillusione, quella inconsolabile, legata ad un amore finito.
‘La strada di casa’ pone su ritmi delicati la descrizione di un ritorno e l’osservazione di circostanze passate, presenti e future, ognuna intrecciata alla crescita e all’irrimediabile senso di dispersione che si può incontrare lontani dal posto che si è sempre chiamato ”casa”.
‘Nuovi disastri’ ha un titolo che non promette bene, un po’ come la malinconica aspettativa e la rassegnazione del protagonista del brano, ben conscio del fatto che l’amore così come la vita non è prevedibile ma è sicuramente foriero di situazioni caotiche.
Diviene tutto questione di geometria in ‘Rettilinei’ , che si apre con la visione della ”camera in rovina nel cuore di ciascuno”, rappresentato probabilmente da tutte le storie dolorose cui ognuno di noi deve necessariamente sopravvivere, camminando lungo quei percorsi lineari e rettilinei che il nostro destino riserva: il brano affianca al racconto la melodia sublime degli archi.
Quinta traccia, ‘Nella vita degli altri’ riflette su una persona cui viene predetta appartenenza e regalata invece distanza; ‘Prospettive di allegria’ è una richiesta di tranquillità possibile solo dopo l’arresa di fronte ad un sentimento purtroppo inconsistente.
Onirica e sognante ‘Più niente’, che con il suo accompagnamento di archi calma l’ascoltatore e narra le sensazioni positive che solo l’amore corrisposto sa trasmettere.
‘Sul tetto’ è un risveglio emotivo e di coscienza, affacciato sull’esistenza.
La chitarra fa accedere l’ascoltatore ad un brano come ‘Svegliami’, un arrivederci che va incontro alla primavera, momento presso cui sarà possibile vedere le cose in modo illuminato, forse come l’armonia di un brano come ‘Non chiedere alla polvere’, con cui ”Alaveda” si conclude.
Un’armonia leggerissima e nostalgica, dolce e promettente.
Un’armonia che instilla fiducia nel futuro di un cantautore nuovo nel panorama musicale indie, che nello stesso potrebbe immergersi apparendo già molto esperto.