The Night Flight Orchestra: lasciamo spazio all’hard rock
I The Night Flight Orchestra sono quel che si può definire, a tutti gli effetti, un supergruppo.
Nati quasi per gioco da un’idea di Björn Strid e David Andersson nel 2007 – entrambi membri dei Soilwork, band metal svedese – pian piano il progetto ha preso forma, allargandosi e accogliendo fra le proprie file anche musicisti di altre band (tra cui Sharlee D’Angelo degli Arch Enemy).
Il 6 dicembre 2018 saranno in Italia per la prima volta: una data importante, occasione unica per i fans di casa nostra per assistere finalmente ad un live della band.
«Sarà fantastico, ho sempre amato l’Italia, mi è sempre piaciuto sia suonarci che visitarla. Probabilmente è il mio paese preferito al mondo quando si tratta di cibo e vino, ed è fantastico potervi finalmente suonare con i The Flight Night Orchestra: la nostra musica ed il vostro paese sono un abbinamento perfetto».
La band ha registrato il primo disco, “Internal Affairs”, solo nel 2012: è stata una lunga gestazione se si pensa che il progetto è nato nel 2007, ma Andersson spiega che «ci è voluto del tempo per trovare la line-up perfetta».
Non solo: essendo tutti membri di altre band è stata dura conciliare gli impegni per ritrovarsi insieme e gettare le basi dei The Night Flight Orchestra.
«Tutti nella band sono vecchi amici miei o di Björn, quindi abbiamo chiesto a tutti loro di unirsi. Per fortuna tutti hanno detto di sì anche se quando abbiamo iniziato è stato davvero difficile ottenere un contratto discografico: nessuno sapeva davvero cosa farsene di un gruppo di musicisti metal che suonavano il rock classico».
“Sometimes The World Is Not Enough” (2018) è il vostro ultimo lavoro discografico: come è nato il processo creativo di questo album?
Immagino che il nostro suono sia in continua evoluzione.
Durante il songwriting e la registrazione del primo album, “Internal Affairs”, stavamo ancora cercando la nostra identità come band, poiché era una nuova esperienza per tutti noi.
Credo che forse l’abbiamo suonata sentendoci un po’ al sicuro, non volendo allontanarci troppo dall’idioma rock.
Una volta scoperto che nell’insieme ha funzionato, abbiamo continuato ad espandere il nostro sound e ad incorporare ogni tipo di influenza.
Ora siamo a questo punto in cui possiamo praticamente fare qualsiasi cosa, il che è davvero liberatorio.
Questo album è il secondo disco che esce per la Nuclear Blast mentre i primi due album sono sotto la Coroner Records, un’etichetta italiana.
Come mai questo cambio di rotta?
Saremo sempre grati a Coroner Records per aver creduto in noi all’inizio.
Come ho detto prima, all’epoca è stato davvero difficile trovare qualcuno che volesse metterci sotto contratto.
Dopo il nostro secondo album, “Skyline Whispers”, la Nuclear Blast ci ha offerto un accordo, va detto che questo ha portato la nostra carriera ad un livello completamente nuovo.
È un’etichetta internazionale, hanno molte più risorse promozionali e finanziarie: siamo riusciti a raggiungere molte più persone e diventare una vera e propria band itinerante.
Tempo fa lessi da qualche parte che la specifica di “orchestra” nel vostro nome è una sorta di tributo agli Electric Light Orchestra, ed in effetti il vostro sound si rifà molto al rock degli anni d’oro, quelli a cavallo tra gli anni Settanta ed Ottanta.
Come mai avete pensato di avventurarvi in un genere musicale così diverso rispetto alle vostre band di provenienza?
Non direi propriamente che si tratta di un tributo agli E.L.O., più che ci è piaciuto inserire la parola “orchestra” nel nostro nome dal momento che mediamente fa sembrare il progetto un pò più ambizioso.
La nostra intera idea è di essere qualcosa di più di una semplice rock band: vogliamo offrire agli ascoltatori e ai concertisti un’esperienza trascendente del corpo intero, un universo N.F.O. alternativo in cui sfuggire quando la realtà diventa troppo dura
La Svezia è famosa per essere fucina di band dai suoni pesanti: ci sono alcuni gruppi che vorresti suggerire all’ascolto del pubblico italiano?
Sì, ci sono un sacco di band heavy in Svezia, ma abbiamo anche una tradizione pop molto forte a partire da oscure band degli anni ’60 come Tages e culminate con i successi internazionali di ABBA e Roxette e continuando in questi giorni con il lavoro di produzione e songwriting di Max Martin, Shellback e tanti altri.
Le mie band svedesi preferite probabilmente sono Popsicle e Atomic Swing, fantastica musica pop degli anni ’90.
Quando si parla di musica pesante, penso ancora che i Dissection siano la migliore band metal svedese mai esistita.
L’appuntamento con i The Flight Night Orchestra è per il prossimo 6 dicembre al Legend Club di Milano: il consiglio è di non mancare.