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Turn ON Music

Punkreas: la lotta continua

Hanno da poco lanciato un nuovo video (‘In Equilibrio‘) e sono appena state annunciate le date del tour estivo: pare proprio che per i Punkreas non ci sarà aria di vacanza nei prossimi mesi.
La band, originaria di Parabiago (MI) e attiva sin dal 1988, sta raccogliendo anche così, sul palco, i molti consensi positivi riguardo “Inequilibrio”, loro ultimo Ep uscito a marzo per Garrincha Dischi.
Una carriera lunga trent’anni, tante storie e lotte portate avanti attraverso la musica: abbiamo fatto quattro chiacchiere con la band per saperne di più, per vedere cosa è cambiato dopo tanto tempo.

Sto guardando il video di ‘U-soli‘ e mi perdo negli occhi di questi bambini.
Siamo nel 2018, questo pezzo mi ha riportato alla mente ‘Tolleranza zero‘ – «Oggi
come ieri i muri non nascondono i problemi».
Mi chiedo, c’è ancora bisogno di ripeterlo, di urlarlo, che da soli non si vince?
Davvero siamo così condizionati o c’è un menefreghismo generale insito nelle
persone?

Non tanto menefreghismo quanto alienazione.
Quando l’indispensabile diventa una faticosa conquista quotidiana, l’empatia è la prima a soffrirne mandando all’aria le basi della convivenza civile.
Siamo diventati una società egoista che perde tempo ad invidiare e criticare gli altri invece di cercare e costruire alternative che guardino al futuro.
Mai come ora si è reso necessario ripetere a gran voce che ragionare con la pancia invece che con il cervello ci ha indeboliti come comunità, ci ha chiusi nelle nostre case con la paura dell’invasione escludendo così la possibilità di confronto con l’altro che è la linfa di una convivenza sana.
L’obiettivo dei professionisti della paura è creare dei compartimenti stagni in cui spingerci, perchè lo sanno bene, loro, che separare le persone è un mezzo per mantenere il potere.
Proprio per questo continueremo a gridare che «da soli non si vince mai».

Rispetto a 25/30anni fa, le cose sembrano peggiorate ed il web racism ha finito di complicare le cose.
Tutto sembra esserci sfuggito di mano, nell’aria c’è una sorta di odio generalizzato che schiera tutti contro tutti: non era certo questo quello che ci aspettavamo dalle nuove tecnologie.
In che modo potremmo resettare, ricominciare o quantomeno provare a migliorare le cose?

Come diceva Umberto Eco riguardo alla rete, che ha dato parola agli imbecilli che tendono a dare lo stesso peso alle parole di un premio nobel e a quelle di un ubriaco da bar.
E sempre più spesso chi dovrebbe avere le basi per alimentare dibattiti importanti sulla la società – ad esempio politici, giornalisti, intellettuali – si lasciano andare a perle degne degli ubriachi di cui sopra.
Con simili esempi calati dall’alto, le discussioni che si sviluppano sul web diventano spesso surreali!
Nella memoria della nostra generazione alcune parole in uso oggi cambiano significato, per esempio ‘rete’ significava la presenza di centri sociali e di luoghi di cultura su tutto il territorio, ma collegati tra di loro e molto attivi.
Luoghi in cui la ‘condivisione’ era la possibilità di scambio tra culture in un Italia più cosciente.
Forse ritornare a vivere tra persone usando internet per quello che è, cioè un enorme archivio aperto a tutti, potrebbe essere l’inizio di una moderna rivoluzione.

I Punkreas sono operativi da circa 30 anni e forse oggi più che mai, c’è bisogno della vostra energica e diretta vena creativa, del vostro mettersi in gioco a difesa dei più deboli e dei diritti che ogni giorno vengono calpestati.
Riuscite a fare questo praticamente in ogni disco, questa società non vi fa mancare certo gli stimoli, ma quali sono gli elementi che più di altri fungono da stimolo creativo in questa direzione?

Brainstorming è la parola chiave per definire il processo creativo dei Punkreas: si mettono sul piatto degli argomenti che possono spaziare dalla politica alla società, dal costume allo sport senza porci limiti sul soggetto, poi ognuno con il proprio bagaglio porta riflessioni sul tema in un lavoro di analisi – prima individuale e poi collettiva.
Il fatto di vivere in un periodo in cui le ingiustizie sono all’ordine del giorno ci da molto materiale su cui lavorare ma preferiremmo di sicuro fare più fatica a scrivere canzoni in cambio di una società più giusta.

Punkreas

Cercare spunti creativi e finalizzarli poi su disco sotto forma di canzoni di denuncia, resta un impegno monodirezionale.
Cosa accade poi ai concerti, in giro per le strade e nei locali, quando vi confrontate su queste tematiche con persone non necessariamente vostri fan?
Quanto è difficile far passare il proprio messaggio?

Trovare contenuti nel chiacchiericcio dei nostri giorni è in effetti difficile.
Se parliamo del mondo musicale in questo momento, gran parte degli investimenti vengono fatti sugli interpreti usciti dai talent che durano una stagione e poi, abbandonati a sé stessi senza più supporto di stampa, radio e televisione, scompaiono.
Con queste premesse un ‘artista’ non si mette di sicuro a fare canzoni di denuncia, probabilmente per contratto nemmeno può farlo.
Gli autori indipendenti lo fanno ma non c’è paragone con la promozione di un qualsiasi talentuoso.
Ai nostri concerti viene un pubblico molto eterogeneo e al di là di chi già ci conosce spesso ci si ritrova a discutere dopo lo show con ragazzi che, avendoci appena scoperti, sono stupiti e compiaciuti di quello che hanno visto e sentito.

In tutto questo processo, oggi nel 2018 vi vedete soli o fiancheggiati da altre band?
Agli inizi degli anni ’90 band con il vostro stesso intento erano molteplici: vedete nell’ambiente indie attuale qualcuno disposto a farsi carico di questo importante impegno?

Il 25 aprile ci è stato impedito di suonare da un comune a guida leghista e, senza entrare nei particolari, abbiamo ricevuto pubblica solidarietà da molte band italiane.
Al momento attuale non vediamo una scena come negli anni Novanta, o, forse, non ne riconosciamo il suono.
Per noi la colonna sonora di quegli anni aveva un suono ed un linguaggio che aggregava, che chiedeva di prendere posizione.
Sicuramente oggi ci sono band che cercano di portare avanti quell’atteggiamento che, ognuno secondo il suo bisogno e da ognuno a seconda della propria capacità, raccoglieranno l’eredità, come è stato per noi, di chi prima ha usato l’arte per raccontare la vita.

L’essere accettati nonostante le proprie origini, il proprio colore di pelle ed il proprio credo religioso è stato da sempre un vostro centro di equilibrio.
I social network hanno migliorato e smussato questi aspetti nella nostra società?
Qual è il vostro rapporto con i social?

Vorremmo semplicemente vedere applicata la carta costituzionale.
Quello che diciamo nelle canzoni è già stato previsto e ci piacerebbe fosse applicato!
I social sono strani, prendi Facebook per esempio: se una donna si fa un selfie mentre allatta un bambino e si intravede un seno le viene bloccato il profilo, cosa che non succede se gruppi di persone inneggiano a Hitler o Mussolini dicendo di voler eliminare fisicamente altre persone che non la pensano come loro.
Di sicuro i social hanno contribuito, nel bene e nel male, ad avvicinare le distanze ma anche ad allontanare le vicinanze, a farci entrare nel nuovo millenio ma anche a traghettarci in un nuovo e più tecnologico Medioevo.
L’uso che noi facciamo dei social è di promozione del nostro lavoro oltre che di informazione su temi sociali che riteniamo importanti: cerchiamo di usare la macchina senza essere usati.

Da “Elettrodomestico” a “Inequilibrio”, attraverso generi e suoni diversi tra loro.
Ci sono influenze che non ascolteremo mai in un vostro disco oppure che vi stuzzicano e prima o poi elaborerete in una vostra chiave personale?

Da sempre sperimentiamo diversi stili e continueremo a farlo perchè siamo curiosi, ascoltiamo molti generi.
Ma la nostra natura è rock, per cui in qualsiasi caso la nostra bussola è puntata in quella direzione.

Apprezzo molto le scelte fatte in questo ultimo Ep, “Inequilibrio”: il suono è pulito e ci sono ottimi arrangiamenti.
È un lavoro che ha tutto quello che si richiede ad un Ep: pochi pezzi decisi, limpidi e diversi tra loro. Ho sempre reputato gli Ep una fotografia che immortala lo stato di salute di una band e “Inequilibrio” dice che i Punkreas stanno benissimo: ho avuto la giusta sensazione?

Grazie, è sempre emozionante ricevere parole così belle come complimenti, questo affetto ci lusinga. Come il vino che invecchia nelle botti, la struttura dei nostri elementi fondanti si consolida e acquista nuovi sapori più pregiati: da “Il lato ruvido” abbiamo imparato a riconoscerli e sfruttarli senza dimenticarci di chi siamo e da dove veniamo.
Avete notato l’eleganza con cui diciamo di essere prossimi ai trent’anni di carriera?
Continueremo a lavorare con la stessa passione che, crediamo, sia il segreto della freschezza che ci attribuite.

Organizzare concerti diventa sempre più difficile, ma resta pur sempre l’unica via possibile per apprezzare in pieno il lavoro di una band.
Come è nato “Inequilibio – Tour 2018”, cosa ci aspetta?

Sì, è diventato più difficile proporre eventi che non siano istituzionali e quindi supportati da economie importanti ma fortunatamente molte realtà, anche piccole, resistono.
A loro dobbiamo rispetto e solidarietà.
Per noi il concerto è da sempre un momento di connessione con il nostro pubblico che si trasforma in una festa di condivisione e partecipazione.
Per quel che riguarda il prossimo tour le canzoni dell’Ep sono in primo piano ma non possiamo certo rinunciare a tutte quelle che nel cuore dei nostri fans sono diventate dei classici irrinunciabili.

“Inequilibrio” è l’antipasto per il prossimo Lp oppure il prossimo lavoro sarà qualcosa di completamente diverso dal seme lasciato a terra in questi quindici minuti di musica?

Come già detto prima siamo curiosi e onnivori musicalmente, per questo nell’Ep che seguirà ci saranno canzoni che daranno prova di questa nostra attitudine in più con un ospite d’eccezione!
Ma questo è tutto lo spoiler che si può fare, non aggiungiamo altro.

Consigliateci un libro, un film, un disco, un vino, una birra, un locale per voi imperdibile.

Di Philip K. Dick scegliete il libro che volete, sono tutti interessanti e sembra che parlino dei giorni nostri.
Un disco che ci unisce nei gusti è “Killers” degli Iron Maiden e il vino che amiamo è il Nebbiolo.
La birra?
Bionda e leggera perché disseta durante le prove e i concerti.
I locali che suggeriamo sono quelli che ci hanno fatto crescere: il Bloom di Mezzago e il Live di Trezzo, ma il locale dei sogni è quello che fa programmazione di qualità nel territorio di ognuno di voi e che quindi va sempre supportato!


Inequilibrio – Tour estate 2018:

02.06 TOLENTINO (MC) – STRIKE UP FESTIVAL
09.06 MEDICINA (BO) – MEDICINA ROCK FESTIVAL
16.06 MILANO – ALL YOU NEED IS POP
29.06 SOLARUSSA (OR) – FESTA DI S. PIETRO E PAOLO
30.06 PADOVA – SHERWOOD FESTIVAL
07.07 AVIGLIANA (TO) – ALTA FELICITA’ PREVIEW
12.07 FARA GERA D’ADDA (BG) – FARAROCK
13.07 MONTESPERTOLI (FI) – ROCKUNMONTE
14.07 GATTATICO (RE) – PRATICIO ROCK
28.07 TREVISO – SUONI DI MARCA
17.08 PORCHIANO DEL MONTE (TR) – BEER ROCK FEST
18.08 ROVIANO (RM) – BURNING HILL FEST
23.08 BRESCIA – FESTA DI RADIO ONDA D’URTO
08.09 BITONTO (BA) – ROCK IN LAMA

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