Primo Maggio Roma 2016: tre domande ai Marlene Kuntz
Agli artisti incontrati nel backstage del Concertone di Piazza San Giovanni a Roma abbiamo posto le stesse domande: una scelta motivata dalla voglia di conoscere i diversi punti di vista sui temi del lavoro, l’Italia di oggi e i giovani che sognano una carriera in campo artistico.
I Marlene Kuntz non hanno bisogno di presentazioni e sul palco del Primo Maggio di Roma 2016 vengono annunciati da Luca Barbarossa che chiede al pubblico «siete pronti per il rock?».
Peccato che, come accade ogni anno, il tanto temuto taglio dell’esibizione nei canali televisivi sia capitato proprio a loro.
Dopo un pomeriggio passato tradizionalmente tra la scoperta dei finalisti (e del vincitore) del contest #1MNext e i gli artisti di stampo storico (Edoardo Bennato, Nada, Enzo Avitabile), la chiusura del primo set è stata affidata alla band piemontese che si è esibita dalle 18.50, prima della messa in onda del Telegiornale.
Lo scorso anno la stessa sorte capitò ai Lacuna Coil, e l’unica riflessione possibile in merito è che in Italia il rock e i generi considerati “rumorosi” siano in qualche modo da evitare sul grande schermo – forse ci sbagliamo?
Poco importa: se da un lato c’è la delusione di un’esibizione che gli spettatori a casa non hanno seguito, il popolo della piazza di San Giovanni ha assistito a ‘La canzone che scrivo per te‘, ‘Il genio (l’importanza di essere Oscar Wilde)‘ ed una serie di successi che da anni incantano i fans.
Prima del live abbiamo incontrato nel backstage del Concertone Cristiano Godano, leader dei Marlene Kuntz, e gli abbiamo posto le nostre domande in merito alla situazione lavorativa in Italia.
Che valore ha, oggi, la festa del Primo Maggio?
Non so se oggi è diverso da altre volte, penso sia una bella giornata dove la gente si riunisce ed il collante è la musica.
Si viene qua anche con la consapevolezza delle problematiche che riguardano un sacco di persone e i Marlene Kuntz sono una band molto felice di poter contribuire a questa giornata, tra la spensieratezza e la voglia di combattere tutti insieme.
Come dovrebbero reagire i giovani d’oggi in una situazione di precarietà in cui lo Stato, per primo, non li tutela nel lavoro?
Probabilmente cercando per quanto possibile di mantenere la calma e di essere determinati, cocciuti e pieni di voglia di provare a fare.
In fondo, se può servire a qualcosa, la storia dei Marlene Kuntz è di questo tipo: per riuscire a diventare dei musicisti rock in Italia, partendo da una città marginale come la nostra, se non ci fossimo dati da fare non ce l’avremmo fatta.
Un pensiero per gli artisti emergenti: come cercare di creare una propria identità e distinguersi dalla massa?
Bisogna concentrarsi su qualità del lavoro, abnegazione e soprattutto sul non mentire a sé stessi: non basta un talento generico, serve la capacità di capire se si è veramente uno che ha i coglioni o meno.
Ph. © Andrea Fiaschetti