Primo Maggio Roma 2016: tre domande ad Enzo Avitabile
Agli artisti incontrati nel backstage del Concertone di Piazza San Giovanni a Roma abbiamo posto le stesse domande: una scelta motivata dalla voglia di conoscere i diversi punti di vista sui temi del lavoro, l’Italia di oggi e i giovani che sognano una carriera in campo artistico.
Sassofonista, compositore e cantautore: Enzo Avitabile sale sul palco del Primo Maggio di Roma 2016 accompagnato da musicisti di origine casertana, i Bottari del Portico.
Anche per loro due sono i brani a disposizione ed il pubblico a suon di incitazioni («Abballat’o’groove!») si lascia travolgere dai ritmi caldi e partenopei di ‘Cittadino d’o munno‘ e ‘Nun è giusto‘.
Prima del live abbiamo incontrato Avitabile nel backstage del Concertone: è lui il primo artista che abbiamo incontrato e che ci ha concesso qualche minuto.
Che valore ha, oggi, la festa del Primo Maggio?
Il valore della festa del Primo Maggio è innanzitutto un valore storico, un valore politico, un valore di aggregazione; un valore che si lega alla presenza della musica e delle realtà sociali e culturali del paese.
Come dovrebbero reagire i giovani d’oggi in una situazione di precarietà in cui lo Stato, per primo, non li tutela nel lavoro?
I giovani hanno una loro saggezza, una loro intuizione.
I giovani sono un punto di luce, una guida: sanno bene quali sono i problemi, come affrontarli e sono già di per sé una sorta di lotta, di posizionamento.
Noi dovremmo solamente avere un rapporto di collaborazione e di condivisione con i giovani e così eliminare quei toni paternalistici che sono oggi abbastanza inutili. Bisognerebbe lavorare insieme per i sogni, per le probabilità e per i desideri.
Un pensiero per gli artisti emergenti: come cercare di creare una propria identità e distinguersi dalla massa?
Tutti sono emergenti perché ogni giorno l’artista rinnova il suo giuramento alla ricerca, al linguaggio, alla musica e alla fede nel suono e nella parola.
Ogni giorno deve esserci una ricostruzione: anche una superstar ritorna quotidianamente ad essere un emergente, perché è ogni giorno che egli riscrive la propria storia.
Ph. © Andrea Fiaschetti