Ilaria Viola, il trionfo della femminilità
Ilaria Viola, cantautrice romana, ha recentemente pubblicato “Se nascevo femmina”, un disco che racconta dubbi e perplessità sulla condotta sociale universale e che ricerca (e reclama) un nuovo modo di rivendicare la femminilità.
Questo nuovo lavoro, scritto in totale rottura con tutto ciò che la rappresentava nel precedente album (“Giochi di parole”, 2014), vede Ilaria abbandonare consapevolmente la ricerca forsennata del bello, sorpassando l’ideale del manierismo tecnico e lasciando intatto il concetto «come unica cosa che conta».
Dalle nuove riflessioni emergono 8 tracce cariche al tempo stesso di durezza e dolcezza, nelle quali l’essenziale componente ironica racchiude un lavoro consapevole.
Il disco, interamente scritto da Ilaria Viola, è stato arrangiato dalla cantautrice insieme a Giacomo Ancillotto e vede la produzione artistica di Lucio Leoni.
“Se nascevo femmina” è il titolo del tuo nuovo disco.
Cosa sarebbe successo “se nasceva femmina” la musica?
Sarebbe cambiato poco.
È proprio questo il concetto: non cambia niente se si nasce maschi o femmine.
Non sono una femminista di quelle che dicono «sono meglio le donne», dico invece che non dovrebbero esistere barriere benché esistano differenziazioni biologiche, ma non nella produzione artistica.
Vorrei non essere mai etichettata e credo che questa mia musica sarebbe nata anche se fossi stata uomo.
Si tratta di un disco autobiografico?
Assolutamente, è un disco totalmente autobiografico.
Si cerca di smussare, limitarsi, ma a volte è normale anche solo partire da un momento di vita vissuta quando si scrive un pezzo, benché poi i brani possano andare da tutt’altra parte.
Uno dei brani che mi fa molto pensare a storie di vita vissuta è ‘Martini‘.
E non sbagli, quello è un brano che si ispira totalmente alla vita reale.
Parla del sesso occasionale e del fatto che spesso noi donne siamo costrette a vivere il sesso in maniera superficiale, essendo altrimenti considerate un peso.
Ognuno sicuramente la vive in modo diverso, ma io credo che quelle sere debbano farmi provare le stesse emozioni che si provano quando si è innamorati (e qui un po’ torniamo a ‘Per mezz’ora‘).
Tutto in quei momenti dovrebbe essere perfetto, anche se l’indomani si può comunque scegliere di tagliare ogni tipo di ponte.
Degli otto brani del disco qual è il più divertente da suonare sul palco?
Sicuramente ‘Martini‘.
E quello che ti fa più commuovere?
‘Mulini a vento‘ perché parla della fine di un amore.
C’è stato un forte cambio di stile tra questo disco e il precedente.
Come è stato e come è andato questo processo?
Confermo, questo cambio di stile c’è e deriva dal fatto che comunque il primo disco veniva da un percorso di studi molto impegnativo che comprendeva anche il conservatorio.
Ero molto influenzata dalla ricerca del bello, dal jazz e da altre cose che avevo studiato in modo approfondito.
Poi negli anni successivi ho avuto modo di “esplodere”, sia come persona (con vicissitudini che mi stavano persino portando a lasciare la musica) sia nella musica, metabolizzando gli studi di cui parlavo prima.
Per fare un disco, anche grazie a collaboratori come Lucio Leoni, ho deciso di raccontare veramente me stessa.
E visto che dentro di me sono una rockettara, cambiare stile era inevitabile.
Hai fatto studi avanzati a livello tecnico, dal punto di vista musicale, ma quando hai capito di voler fare musica in questo modo?
Penso di aver capito quale fosse il mio genere verso i diciassette anni.
Poi ho provato a passare per il resto – in realtà ci ho provato per quindici anni – ma ho capito solo dopo quale fosse la mia via.
Chi sono gli artisti che più ti hanno ispirato?
Tantissimi, in primis Carmen Consoli, Frank Zappa, Chris Cornell e i suoi Soundgarden, i Rage against the Machine.
In una fase successiva Elio e Le Storie Tese, Ivano Fossati, Chet Baker.
Ultimamente l’indie contemporaneo, con Giovanni Truppi, che mi ha fatto capire le potenzialità di questo genere.
Quali sono i palchi che sogni di calcare?
Di sicuro Primo Maggio Roma, come rappresentante femminile, e Collisioni, ma sul palco grande avendo già suonato al palco minore.
Prossimi progetti targati Ilaria Viola?
Attualmente stiamo già lavorando sul booking della stagione invernale, l’idea è di fare un po’ di date live da ottobre in poi in tutto il Paese.