30 Desaparecido: un lavoro magistrale (con la benedizione di Ghigo)
A volte succedono cose meravigliose anche negli anfratti della musica underground.
Ad esempio, nascono dischi senza doppi fini e senza scopi di lucro da gruppi di persone che collaborano ad un progetto ambizioso col solo scopo di celebrare la musica nella sua massima espressione artistica.
Ed è così, che Davide Forgetta e Claudio Serra, dopo aver ricevuto l’ufficialità del Ghigo Renzulli Fan Collaborative, iniziano a recuperare e rigenerare vecchi live e vecchie interviste dei Litfiba.
Tutto questo avviene nell’anno del 30° anniversario dal rilascio di “Desaparecido” e i ragazzi decidono di mettere in tavola un progetto ampio e complesso: frammentare e smembrare le tracce del disco assegnando ad un manipolo di band emergenti le otto tracce da reinterpretare.
Uscito nel 1985, “Desaparecido” rappresenta paradossalmente quanto accade nel mercato discografico attuale e fu il punto di arrivo che permise ai Litfiba di entrare nel limbo della musica stampata. “Desaparecido” chiudeva un periodo lungo cinque anni fatto di concerti in Italia e all’estero e posava una pietra tombale su un qualcosa come circa venti pezzi rimasti mai editi.
Con “30 Desaparecido” si intende omaggiare proprio quello che è solo uno tra i capolavori della carriera della band fiorentina.
Al play di ‘Eroi nel vento‘, prima traccia del disco, ho subito capito gli intenti del progetto.
La voce di Marina mette in evidenza un dato oggettivo fondamentale: ciò che si va ad ascoltare non è la rilettura di un disco in chiave cover band – sensazione che diventa certezza con ‘La Preda‘.
Sono i brani, le loro atmosfere ed i testi ad essere il fulcro del progetto.
Le peculiarità dei singoli artisti che al tempo fecero di queste canzoni un successo discografico sono messe da parte insieme alle imponenti e istrioniche caratteristiche vocali di Piero Pelù: nessun scimmiottamento di quello che era il “Desaparecido” delle origini e della sua interpretazione.
Nascono così in “30 Desaparecido” tredici brani rivisitati, rielaborati e arrangiati in maniera del tutto differente dalle sonorità originali.
Ognuna delle tredici band coinvolte nel progetto ha fatto suo il pezzo assegnato, vestendogli addosso una nuova musicalità in base alla propria indole creativa.
Come sia stato possibile mettere in piedi questo progetto e come siano avvenute le varie scelte sulle band che vi hanno partecipato lo abbiamo chiesto direttamente a loro, Davide e Claudio, amministratori della pagina ufficiale Ghigo Renzulli Fan Collaborative.
Come è nata la possibilità di mettere mano a “Desaparecido”?
Smembrarlo, frammentarlo e reinventarlo non deve essere stato semplice.
Davide: L’idea mi è venuta in mente all’inizio del 2015 in quanto già in passato, prima di formare il GRFC, selezionavo cover dei Litfiba che trovavo in rete.
Il 2015 coincideva anche con il trentennale di “Desaparecido”, un disco considerato tra le pietre miliari del rock italiano, per cui ho pensato che sarebbe stato bello rendere omaggio alla band e al disco stesso in questo modo: dando spazio ad artisti della scena musicale underground italiana.
Ne ho parlato immediatamente con Claudio, l’altro gestore del GRFC, e insieme abbiamo pianificato lo sviluppo dell’iniziativa. Verso marzo abbiamo proposto il progetto a Ghigo Renzulli, il quale da subito ha benedetto l’operazione.
Da lì è cominciato il lungo iter: la selezione delle band partecipanti, l’assegnazioni dei brani, i briefing sullo status dei lavori. E ancora, la raccolta dei brani, il mastering e così via, fino all’uscita della raccolta avvenuta il 29 dicembre 2015.
Come sono state scelte le band che hanno partecipato al progetto?
C’erano dei requisiti particolari da rispettare? E in base a cosa avete assegnato i singoli brani del disco?
D: I primi due “posti”, se così vogliamo chiamarli, li abbiamo assegnati ad Aredhea e Sinezamia in quanto sia io che Claudio li conoscevamo da tempo e non avevamo dubbi riguardo il loro valore.
Per i restanti posti abbiamo deciso di creare un contest al quale le band potevano partecipare inviando al massimo 3 brani del loro repertorio: li avremmo ascoltati, e i migliori secondo il giudizio mio e di Claudio, sarebbero entrati a far parte del progetto.
Delle tantissime band che si son presentate ne abbiamo selezionate altre undici: Avorionero, Controsigillo, CumCordis, Effe16, Jeremeas, Linekurve, Missed Eleganza, Mor, Narko’$, Ucronìa e Zizzania.
Tutte band molto valide ed ognuna con una propria personalità musicale.
Il requisito fondamentale doveva essere infatti l’originalità dei brani e la varietà dei generi proposti.
Ci sarebbe dovuta essere anche un’altra band nel progetto, gli Eyestone Brain, che purtroppo causa impegni ha dovuto declinare l’invito.
Per assegnare le canzoni abbiamo chiesto alle band di fornirci in ordine di preferenza la lista dei brani che avrebbero voluto suonare all’interno del progetto, abbiamo lasciato molta libertà in questo.
Ci sarebbe dovuta essere una quattordicesima traccia (‘Dea del Fujiyama‘) che alla fine è stata poi scartata.
Vi eravate posti una linea guida in fase di registrazione dei pezzi?
In fondo, mettere mano a un disco così importante può essere sempre rischioso.
D: È sempre rischioso, ma gli unici diktat che abbiamo dato alle band per il progetto “30 Desaparecido“sono stati quelli di non modificare i testi originali e di dare libero sfogo alla propria fantasia in merito gli arrangiamenti.
Ogni band ha fornito una sua particolare interpretazione, in alcuni casi anche stravolgendo il ritmo del pezzo: questo ci ha pienamente soddisfatti perché era ciò che volevamo dal principio.
Fare un prodotto “carta carbone” non avrebbe avuto senso e anche per questo in sede di selezione abbiamo dovuto scartare le classiche cover band dei Litfiba: seppur bravissime risultavano troppo “simili” alle originali.
Il contributo di Giovanni Gasparini in sede di mastering, con la gentile collaborazione di Ghigo, ha fatto il resto e ha reso l’album uniforme come se tutte le band avessero registrato nello stesso luogo e non da ogni angolo d’Italia come in realtà è avvenuto.
Potrebbe nascere una futura dimensione live del progetto?
Voglio dire, si potrebbe riuscire a mettere in piedi un tour oppure il progetto termina qui?
D: Al momento l’unico interesse è quello di promuovere “30 Desaparecido” a favore dei tantissimi fan della band. La risposta, sia da parte degli addetti ai lavori che del pubblico, è stata molto positiva.
Quanto ad una dimensione live che dire?
Nella vita, mai dire mai.
Tradurre questo progetto in un live sarebbe fantastico ma dovremmo pensare a incastrare tra loro troppi meccanismi che non conosciamo bene: realizzare un evento del genere significherebbe anche recuperare dei budget molto elevati di cui noi al momento non disponiamo.
Andando ad ascoltare “30 Desaparecido” si scopre quindi che ad aprire il disco ci pensano gli Aredhea, i quali rileggono uno dei brani più aggressivi, ‘Eroi nel vento‘: l’arrangiamento della combo proveniente dalla periferia romana ben dimostra la sete di un certo rock, fresco e veloce.
La voce di Marina Piccinno proietta il pezzo lontano dagli stereotipi originali ed è ottima la base ritmica che ben rimarca l’urgenza espressiva del pezzo. Da premiare assolutamente la scelta qui di una voce femminile.
Ai Zizzania il compito di catturare l’anima sfuggente contenuta in ‘La Preda‘: i siciliani riescono dapprima a rallentarne il ritmo stravolgendone l’impostazione originale, prendendo poi più sicurezza battuta dopo battuta, con assoli e chitarre ritmiche ben collegate tra di loro.
Fanno esattamente l’opposto gli Ucronìa, che in ‘Lulù e Marlene‘ partono a pieni giri con un sano hard rock che arriva a colorare con tinte metal un brano dolcissimo e impegnato.
Nelle parti alte del brano raggiungono l’orecchio cori oscuri e di sicuro effetto che, se da un lato ben si sposano con la parte strumentale, dall’altra un po’ stridono contro la voce, forse leggermente troppo morbida.
Appena un mese fa avrei pensato impossibile una rilettura di ‘Istanbul‘, colonna portante di “Desaparecido”, invece oggi devo ricredermi: ci pensano i toscani Missed Eleganza, che non potendo eliminare, sostituire o attenuare basso e tastiere (fondamentali in questo pezzo) hanno ben pensato di rileggerne le partiture giocando sulla sperimentazione sonora di questi due strumenti.
Così se nella versione originale Maroccolo e Aiazzi ponevano su ‘Istanbul‘ una firma indelebile, ora la band mugellana rimarca queste doti in chiave moderna.
Tocca a Stefano Mordenti in arte Mor dare la prima pennellata gitana al lavoro.
‘Tziganata‘, ballatona latineggiante già visionaria e ballabile nell’85, viene qui riletta aumentando la dose di tastiere a colorare un testo oltremodo ermetico, avendo ben cura di alzare l’attenzione anche sulle chitarre, di cui la versione originale risultava carente.
I Jeremeas, forti dei tanti premi vinti in vari festival e del loro nuovo disco “Hegel” pubblicato nel 2015, ci lasciano ascoltare ‘Pioggia di Luce‘, altro pezzo difficile da reinterpretare soprattutto vocalmente. Personalmente, penso che al quartetto romano sarebbero bastati anche solo gli ultimi quaranta secondi del pezzo che si dimostra essere il vero biglietto da visita della band.
‘Desaparecido‘, altra colonna portante del disco, è stata affidata a Narkos’$, one man band che rilegge la title track vestendola di un grintoso grunge misto a industrial.
Chiudono con l’ultimo pezzo in scaletta i Linekurve.
La band di Agropoli tra le sessioni di registrazione del nuovo disco ci regalano questa versione moderna, ricercata e ben dosata di ‘Guerra‘.
“30 Desaparecido” contiene anche cinque bonus track.
L’ardua reinterpretazione di ‘Luna‘ (edita nell’82 sull’omonio 45 giri) tocca agli Avorionero, band di Ladispoli, che ci sparano in faccia una versione spaventosa. Ricordiamo che il testo tirannico e fuorviante creò non pochi problemi di comunicazione al tempo tra i Litfiba ed il proprio pubblico.
Il brano viene qui riproposto in una salsa molto più rock’n’roll, con assoli di chitarre tiratissimi e ben arrangiati.
Altra perla del periodo pre “Desaparecido” è ‘Transea‘, pubblicata per la prima volta nell’omonimo Ep (1983) e qui affidata ai CumCordis, band tarantina che con l’ausilio dell’elettronica e di una buona dose di sintetizzatori colorano il nerissimo brano trasformandolo in un viaggio elettro-multicolore.
I Controsigillo registrano invece una bellissima versione metal di ‘Elettrica Danza‘: Accompagnato da chitarre e batterie poderose, Enrico Pulze interpreta nel migliore dei modi un testo cupo e profondo. Immagino che pescare canzoni da quel periodo artistico dei Litfiba non sia stato semplice.
La compilation di “30 Desaparecido” si chiude con due pezzi.
‘Onda Araba‘ è uno dei pochi pezzi che i Litfiba hanno ripreso più volte negli anni con arrangiamenti sempre diversi: gli Effe16, band prolifica ed efficiente, grazie al loro spiccato talento pop rock ne regalano una versione che mantiene la base orientaleggiante ma acquista potenza nelle chitarre e nelle partiture di tastiere.
L’ultima perla viene affidata ai Sinezamia, band rock mantovana, che interpreta ‘Versante Est‘.
Questo risulta sicuramente tra i pezzi meglio riusciti della compilation: tutti gli strumenti sono ben amalgamati tra loro e la loro rivisitazione rispetto alla versione originale risulta più veloce nel tempo e più hard rock nell’approccio. Ottima anche l’interpretazione vocale.
Purtroppo la storia ci racconta che le cose non sono andate positivamente come auspicava Guglielmi, nell’inserto delle prime stampe di “Desaparecido”.
Infatti questo disco non è stato «l’imprescindibile punto d’avvio» di una nuova musica italiana in giro per l’Europa, ma è stato sicuramente un esempio per tutte le band italiane anni ’80 nonché una fonte di ispirazione di tutto il rock anni ’90.
Oggi grazie alla celebrazione del suo trentennale, è un disco che rinasce e ci fa scoprire tredici band che sicuramente meritano attenzione non solo da parte della stampa ma soprattutto da parte del pubblico. “30 Desaparecido” apre una finestra su un mondo sommerso e in continuo fermento, il quale porta alla luce realtà artistiche di raro spessore espressivo.
Tutte le band del progetto hanno alle spalle – chi più e chi meno – dischi già pubblicati, chilometri percorsi e partecipazioni a festival anche importanti.
“30 Desaparecido” potrebbe essere un buon mezzo per raggiungere maggiore visibilità.
Vi invitiamo a cercarli sui social e a seguirli, e se siete curiosi di questo progetto la compilation è disponibile in free download (per scaricarla cliccate qui).
I fan sfegatati, i conservatori e lo zoccolo duro dei Litfiba probabilmente faranno molta fatica a digerire questo smembramento artistico di “Desaparecido”.
Ammetto anche io le iniziali perplessità, ma dopo averlo ascoltato ed assimilato voglio fare un grande elogio a chi ha saputo manipolare l’album nella sua interezza, proteggendone la sacralità e riuscendo a non scalfirne le caratteristiche fondamentali: le atmosfere new wave, l’interpretazione scarna e poetica di testi impegnatissimi, la spina dorsale ritmica diretta e imponente.