I Giardini di Chernobyl, photogallery del concerto a Roma
A ‘na certa me lo son chiesto: «che cosa c’è che non va in me?».
L’impeto è stato forte, forse un po’ troppo.
Solo dopo qualche minuto, quando ho compreso che non si trattava di un errore umano, ho aggiustato il tiro: «ok, perché il karma ce l’ha con me?».
Si è rotto l’obiettivo della reflex esattamente mentre stavo scattando le foto della serata.
Come si dice in questi casi?
Ah, già: mai ‘na gioia.
O come han detto tutti i presenti al concerto «tutto questo è molto punk».
Fosse stato punk con la reflex di qualcun altro, magari….
Ore 22.15, zona Pietralata: siamo lungo la metro B nella periferia di Roma.
Il Chinaski è un locale piccolo e particolare, pieno di carattere e dettagli che ne mostrano la personalità forte e vibrante.
A condividere il palco sono la Psicosi di Massa, formazione post punk / new wave capitolina, assieme a I Giardini di Chernobyl, band alternative rock da Ancona.
Due realtà diverse ma affini, interessanti e con le idee ben chiare sul percorso di continua crescita per raggiungere e sconvolgere più gente possibile.
Sì, ‘sconvolgere’: in un momento legato al predominio del pop rock e dell’indie all’insegna della scarsa qualità un ritorno a sonorità più cupe e prepotenti è una vera sorpresa, è quello che serve – e forse, chissà, è ciò che ci salverà da “Amici di Maria De Filippi”.
Non c’è molta gente al locale ma fortunatamente è presente quella che conta.
Nonostante la massiccia pubblicità in radio e sui social, l’evento è una delle tante vittime del pubblico capitolino, quello pigro e che con i primi freddi se non suoni al centro e nel locale alla moda non si sposta e non ti segue.
Ore 22.15, dicevamo: si inizia con i romani.
Il set dura quasi un’ora e vede l’alternarsi di brani noti a pezzi inediti.
Strappa un sorriso quest’affermazione, poiché per la Psicosi di Massa quello con I Giardini di Chernobyl è il terzo appuntamento live della loro carriera.
Nati a maggio di quest’anno, hanno esordito in agosto durante l’edizione del RoMetal Fest 2016 a Ciampino (leggi il live report) e hanno partecipato il 29 ottobre alla serata di raccolta fondi “Scai is crying” organizzata dalla Lostunes Records.
La serata al Chinaski vede dunque l’esecuzione di ‘Paralisi‘, ‘Anima‘, ‘La razza umana‘ e ‘Quello che siamo‘ (ormai già entrate prepotentemente nelle menti dei primi fans della band) assieme a brani mai eseguiti prima dal vivo (‘Nuova Idea‘).
I suoni new wave e l’ispirazione proveniente dalla scuola dei Killing Joke si sentono, e in un attimo grazie alla cupezza del synth e i riff del basso sembra di tornare nel pieno degli anni ’80.
Dopo di loro tocca a I Giardini di Chernobyl, nome che sulla stampa di settore è girato molto negli ultimi due anni.
Il primo disco della band (“Cella Zero”, leggi la recensione) ha riscosso numerosi consensi in termini di originalità e diversi singoli sono stati trasmessi in radio.
L’occasione di questo appuntamento al Chinaski è tuttavia quella giusta per presentare live “Magnetica”, secondo lavoro del gruppo: un Ep disponibile in free download scaricabile direttamente dal loro sito (clicca qui).
Emanuele Caporaletti, voce e chitarra del gruppo, riesce a sorprendere per l’intensità della performance: occhi color del ghiaccio, quando comincia a suonare con Stefano Cascella (basso) e Simone Raggetti (batteria) sembra che sul pubblico cali un alone glaciale, pungente e – come l’Ep – magnetico.
Il sound è granitico, un muro di suono intenso che non ha lasciato indenni né indifferenti i presenti.
Artista |
I Giardini di Chernobyl |
Opening Act | Psicosi di Massa |
Evento | I Giardini di Chernobyl live al Chinaski |
Luogo | Roma |
Genere musicale | alternative rock, new wave, dark wave |
I Giardini di Chernobyl
Psicosi di Massa