Dente, eleganza, sensibilità e ironia
Eleganza, sensibilità ed ironia sono solo alcuni degli elementi chiave che contraddistinguono il concerto di Giuseppe Peveri, in arte Dente.
Il cantautore fidentino torna all’Hiroshima Mon Amour di Torino per presentare il suo nuovo album di inediti, “Hotel Souvenir”, pubblicato lo scorso aprile.
Un lavoro composto da dieci tracce in cui Dente si conferma come uno dei cantautori italiani più importanti del ventunesimo secolo.
Correva l’anno 2012 quando mi accorgevo della sua musica.
Enrico Ruggeri pubblicava “Le Canzoni ai Testimoni”, album nel quale il cantautore milanese duettava con alcuni artisti della scena underground italiana.
Curiosando tra i repertori di questi “prescelti” l’occhio cadde subito su Dente.
Sarà anche merito del brano in cui duettarono, ovvero ‘Pernod‘, canzone dei Decibel che parla di una delusione d’amore da smaltire affogando nell’alcol, fino ad arrivare a pensare all’atto estremo del suicidio.
Insomma, tematiche leggere a cui il sottoscritto è particolarmente sensibile.
Inizio quindi a documentarmi, ascolto “L’Amore non è bello”, m’innamoro della sua poetica, del suo modo di scrivere fatto di giochi di parole e melodie che “restano”.
Alla prima occasione lo vado ad ascoltare dal vivo e da quel momento, ogni qualvolta che ce ne sarà la possibilità, si torna ad ascoltarlo portando spesso a casa un cd nonostante in casa non abbia un lettore compact disc da circa 10 anni.
È una forma di rispetto nei confronti della sua arte.
Ma veniamo all’appuntamento torinese.
Dopo Bergamo, Bologna, Roma, Firenze e Milano è il turno di Torino.
Dente torna ospite dell’Hiroshima Mon Amour e per l’occasione inaugura anche la IV edizione del “Sound Garden”, kermesse estiva che vedrà da qui a settembre susseguirsi sul palco diversi spettacoli culturali.
Purtroppo la pioggia ci costringe a un concerto nella sala interna che lentamente si riempie mentre il sottofondo musicale è governato da una playlist di brani cantautoriali indie.
Si prepara il terreno.
Alle 22:30 inizia il concerto.
Le luci si abbassano e sullo sfondo compare “la stanza dei ricordi”, ovvero l’immagine di copertina dell’album disegnata da Andrea Ucini.
Le prime note sono quelle di ‘Dieci Anni Fa‘, brano che apre anche “Hotel Souvenir”.
Poi arriva ‘A me piace Lei‘, brano con cui i presenti che nel frattempo hanno riempito la sala, scaldano le ugole.
Pian piano si susseguono i brani estratti dal nuovo album (ben otto su dieci) che si alternano alle canzoni che hanno sancito parte del successo di Dente.
Ci sono ‘La settimana Enigmatica‘, ‘Coniugati Passeggiare‘, ‘Adieu‘, ‘Cose dell’altro mondo‘, ‘Invece tu‘ e ovviamente ‘Baby Building‘.
Tra una canzone e l’altra non mancano gli sketch con il pubblico fatti di battute e frasi ironiche tipiche dello stile Dente.
Sul palco con lui una nuova band che vede Simone Chiarolini alle chitarre e tastiere, Federico Laini al basso e Giuseppe Gagliardi alla batteria.
Prima del trittico finale da segnalare l’esecuzione molto emozionante di ‘Cambiare Idea‘, ultimo singolo di “Hotel Souvenir”.
Il concerto termina come di consueto con ‘Saldati‘, ‘Buon Appetito‘ e il bis di ‘Vieni a Vivere‘.
Si ritorna a casa.
Ancora una volta Dente ha dimostrato di essere un grande artista, un cantautore capace di raccontare gli stati d’animo di ognuno di noi senza lasciarci indifferenti.
Un musicista che con il suo sound tipico dei grandi cantautori degli anni ’70 ti porta a spasso nel tempo e nell’anima.
Resta, per il sottoscritto, il grande punto interrogativo sul perché la sua grandezza non sia riconosciuta alla pari di altri suoi colleghi.
Ma forse è meglio così.