Oca Nera Rock

Turn ON Music

Zeal & Ardor

Zeal & Ardor, tra sacro e profano

Sold-out in Santeria per la band rivelazione dell’anno

Manuel Gagneux e compagni conquistano Milano con show intenso ed emozionante

Milano, 05 ottobre 2024

In un panorama musicale in cui l’originalità e l’innovazione paiono essere diventati parametri ampiamente sottovalutati, imbattersi in personaggi come Manuel Gagneux è come inalare una boccata d’aria fresca dopo una giornata passata chiusi in ufficio a lavorare. Carismatico ed ipnotico, Manuel ha saputo dar corpo alla propria visione musicale prendendo il black metal ed inquinandolo con la tradizione musicale afroamericana: il blues, il gospel e gli spirituals, con una mossa che oseremmo definire quasi rivoluzionaria, per un genere che, per quanto apertosi alle contaminazioni, mai aveva visto fluire in sé un qualcosa di così – consentiteci il termine – antitetico rispetto alla propria raison d’etre. Come a chiedersi che cosa sarebbe successo se gli schiavi delle piantagioni avessero ripudiato la religione dei loro padroni per rivolgere la loro fede a Lucifero?

Quanti pensassero che questa commistione di sacro e profano fosse un punto di arrivo, beh si sbaglierebbero di grosso. Non è un traguardo, è la base di partenza per un sound che, disco dopo disco e concerto dopo concerto, sta progressivamente evolvendo in un qualcosa di ancora più complesso, misterioso ed affascinante. E, soprattutto, originale.

Dagli esordi autoprodotti al recentissimo “Grief”, il progetto Zeal & Ardor si è sviluppato sempre più, introducendo l’elettronica ed anche qualche divagazione industri ampliando le melodie e dando sempre più spazio a quelle contaminazioni gospel/soul tanto care al loro leader. Pur mantenendo la visione iniziale, le sfuriate black hanno subito una forte diluizione, quasi a far da substrato a sonorità ben più intriganti e ricche di potenzialità.

In tutta franchezza, è parecchio difficile ingabbiare in un genere questa proposta musicale. Chiamatela avantgarde, se volete. Non a caso questa sera la Santeria, il locale scelto per questa tappa italiana degli Zeal & Ardor, ha fatto registrare un sorprendente sold-out, segno di un interesse crescente e sempre più accentuato verso una delle poche realtà attualmente in circolazione che fa dell’originalità il proprio punto di forza.

Il terreno per l’esibizione di Gagneux e compagni viene preparato dal balck metal in stile Dissection degli Amalekim, la creatura del giovanissimo cantante/chitarrista polacco Brunon Stawecki. La formazione può essere considerata italo-polacca, perché a fianco di Stawecki ci sono ben tre nostri connazionali: Michele Varini (chitarra), Niccolò Paracchini (basso) e Francesco Mainini (batteria).

Sul palco si presentano incappucciati, e perennemente avvolti da quelle luci rosso-sangue che fanno tanto black, e per una quarantina di minuti intrattengono la platea di una Santeria sempre più colma di spettatori, con un set potente ad affilato come un rasoio, che pesca a piene mani da “Avodah Zarah”, ovvero quello che per il momento è il loro secondo ed ultimo album (ma ce n’è un terzo in dirittura d’arrivo).

Amalekim
Amalekim

Non ce ne vogliano gli Amalekim, ma l’attesa questa sera è tutta per gli Zeal & Ardor, accolti da un boato quando alle 21:30 si spengono le luci e compaiono sul palco, avvolti nelle loro tuniche… e dalla nebbia artificiale che ne lascia a malapena intravedere le silhouette. Il concerto prende il via così come inizia il loro ultimo album “Grief”, con il simpatico motivetto fischiettato che caratterizza ‘The Bird, The Lion And The Wildkin’, un brano estremamente intrigante – peccato duri pochissimo, avrebbe meritato maggior sviluppo, anche perché parecchio indicativo della direzione intrapresa ultimamente dalla band.

Gagneux domina centralmente il palco, affiancato dai ‘coristi’ Denix Wagner e Marc Obrist. Ai lati si muovono il bassista Lukas Kurman e il ‘nostro’ Tiziano Volante (chitarra), mentre nelle retrovie, a costruire il castello ritmico sui cui si sviluppa il sound della band, troviamo il batterista Marco Von Allmen. Ottimi i suoni, sempre ben chiari e distinti nonostante la potenza devastante sviluppata da quei sei svizzeri che stanno sul palco. In una scaletta inevitabilmente dominata dalle ultime due release, trovano spazio anche tre brani dall’EP “Wake The Nation”, uscito in un 2020 sconquassato dal Covid e chiaramente ispirato dalla vicenda di George Floyd e dal movimento Black Lives Matter, tra cui la title-track ed una tanto meravigliosa quanto disturbante ‘Tuskegee’, il brano che riporta alla memoria la nefandezza perpetrata ai danni della popolazione di colore di quella anonima cittadina dell’Alabama, usata come cavia umana in uno studio sulla sifilide, non a caso definito «lo studio più infame nella ricerca biomedica nella storia degli Stati Uniti».

Zeal & Ardor
Zeal & Ardor

Lo show prosegue alternando sprazzi di potenza e di furia devastatrice a momenti decisamente più laid-back, graziati dall’eccellente prova vocale del buon Manuel, con il pubblico che si trova sempre in bilico tra il lanciarsi nel moshing più sfrenato, come quando la band ci assale con tutta la furia di ‘Gotterdammerung’, e l’assistere rapiti ai sermoni del reverendo Gagneux, sorta di James Brown in salsa black metal, coadiuvato dai due coristi coi quali ingaggia quei botta e risposta di derivazione Gospel che da sempre caratterizzano la proposta musicale degli Zeal & Ardor, come in quel gioiellino che è ‘Blood In The River’.

Il gran finale del concerto vede la band proporre in sequenza ‘Trust Non One’ ‘Built In Ashes’ e ‘I Caught You’ lasciando ad una terremotante ‘Clawing Out’ l’onore e l’onere di chiudere uno show non particolarmente lungo (hanno suonato per un’ora ed un quarto circa). Ma se la quantità non è stata eccessiva, i Zeal & Ardor hanno ampiamente compensato con la qualità del materiale proposto, una qualità esaltata sia dall’intensità della performance che dalla passione trasfusa dalla band in tutto quanto ci hanno fatto sentire questa sera.

Anche umanamente parlando, gli Zeal & Ardor si sono rivelati simpaticamente alla mano, intrattenendosi con chiacchierare con i fan, concedendosi per le foto e gli autografi di rito. Non resta che attenderne un nuovo capitolo per questa interessantissima formazione dalla quale, viste le premesse, non possiamo aspettarci altro che ulteriori motivi di interesse.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.