Z-Fest a Milano: tutto gira intorno al Prog
Cos’è la Z-Fest che si è svolta al Legend Club di Milano il 1 aprile?
Un concerto, una rassegna, un’occasione per parlare di un genere, il prog rock, che viene spesso confinato a decenni passati ma che annovera ancora un certo seguito e mostra una sua vitalità. Ideatore e mente della serata, Fabio Zuffanti, poliedrico musicista e artista che ha celebrato lo scorso anno i vent’anni di carriera nella sua Genova e ha deciso di bissare anche quest’anno, circondandosi di ospiti, collaboratori e amici che danno lustro al cartellone della serata.
L’alternanza di esibizioni e presentazioni segna la prima parte della Z-Fest: le parole di Fabio Zuffanti e Riccardo Storti per “PROG ROCK! 101 Dischi dal 1967 al 1980”, le immagini di Silvia Lelli e Roberto Masotti a proposito di “Stratos e Area”, la rivista di settore “PROG Italia”. In mezzo, le esibizioni de Il Paradiso degli Orchi che presentano il nuovo album “Il Corponauta” e de Lo ZOO di BerlinO, anch’essi in uscita con il disco “Rizoma-Elements/The Internationale” e che ospitano sul palco anche la splendida voce di Ivana Gatti e quella sorta di istituzione dell’ambiente prog che è Patrizio Fariselli, ex-componente degli Area.
Dopo questo lungo preambolo, tutto è pronto per il pezzo forte della Z-Fest: sale così sul palco Fabio Zuffanti, accompagnato dalla ZBand che lo supporta in questa fase solista della sua carriera, pronto a ripercorrere e rivisitare alcuni brani dei suoi innumerevoli progetti, in compagnia di amici e colleghi di diversa estrazione.
Dalla scaletta a fianco del palco della Z-Fest salgono vediamo quindi salire Piergiorgio Pardo degli Egokid che presta la sua particolare e caldissima voce per ‘Capo Nord‘, e due terzi dei The Winstons, in momenti diversi, che rispondono al nome di Roberto Dell’Era, da parecchi anni bassista degli Afterhours, e Lino Gitto. L’estroso Boris Savoldelli gioca con la voce e con una sorta di theremin per una versione molto sperimentale e improvvisata di ‘La quarta vittima‘, tocca poi al cantautore Andrea Tich elaborare a modo suo ‘Le fabbriche felici‘, del progetto solista di Zuffanti Quadraphonic.
La collaborazione con Beatrice Antolini non è una novità, già è accaduto per la registrazione de La Curva di Lesmo, progetto di Fabio Zuffanti e Stefano Agnini, ma sentire in un diverso la voce della cantautrice marchigiana, a impreziosire ‘La posa dei morti‘, è sempre cosa gradita. La Z-Fest volge verso il termine, ma c’è spazio e tempo a sufficienza per altri due grossi calibri dell’ambiente: Alvaro Fella dei Jumbo, a portare il contributo del prog rock milanese anni 70 dando voce e aggressivo brio a un pezzo dei Finisterre dal titolo ‘Macinacqua Macinaluna‘, e per finire Alessandro Corvaglia, con cui Fabio Zuffanti ha condiviso la militanza ne La Maschera di Cera e proprio dal loro progetto comune ripescano ‘La notte trasparente‘.
Per chi è avvezzo al prog rock, la Z-Fest è appunto una festa e un’occasione di ritrovo, mentre chi non è praticante ha l’occasione di capire che i fasti degli anni ’70 e la potenza di fuoco di certi gruppi appartengono a un glorioso passato, ma il presente progressivo è vivo e in fermento, lo sguardo non è rivolto solamente all’indietro e lo spirito è quello del continuo rinnovamento.
Un applauso a Fabio Zuffanti per essere stato in grado di mettere assieme tutte queste anime, dandosi già appuntamento per l’edizione 2017 della Z-Fest.