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Xiu Xiu live a Segrate (MI): il ruvido elogio della follia

Cosa è lecito aspettarsi da un concerto dei Xiu Xiu? Fondamentalmente di tutto, abbiamo dunque occasione di scoprirlo il 22 novembre al Circolo Magnolia di Segrate (MI).
Jamie Stewart, regista e mente del gruppo, accompagnato in quest’occasione da Angela Seo, torna a Milano dopo la tappa dello scorso per il tour in cui i Xiu Xiu rielaboravano la colonna sonora di Twin Peaks. Questa volta in scaletta avranno i brani propri, frutto di una quindicina di dischi diversi per questa band californiana ad assetto variabile.

Sul palco piccolo all’interno del Magnolia salgono dapprima The Draculas, in un’atmosfera intima che contribuiscono a rendere ovattata. Il duo lombardo, per la precisione comasco, assume da subito una postura in pieno stile shoegaze, e il suono è adeguato. Giri semplici e piacevoli, carichi di riverbero e riempiti di volume, caratterizzato i brani eseguiti in fila quasi senza pausa, inframmezzati da brani dal timbro più elettronico, moderno e ricco di produzione. Una bella novità per gli amanti del genere -come lo scrivente- questi The Draculas, abbastanza trasversali da non fossilizzarsi sulle semplici sonorità “dream”.

L’apertura dei Xiu Xiu è soft, iniziano con una ballata dalla voce sofferta, che si incattivisce strada facendo grazie alle accelerazioni delle percussioni. Nei primi brani troviamo una continuità e una struttura definita: la chitarra di Jamie Stewart è feroce ma lineare, mentre l’inventiva gioca soprattutto con le variazioni della batteria di Angela Seo, che viene ricamata dai rumori di altre diavolerie a percussione che di volta in volta spuntano. Il punto debole in questo inizio sembra essere la voce, che per scelta non viene elaborata da nessun effetto.

L’esecuzione potrebbe apparire scarna, qualcuno di sicuro obietterà “manca il basso!”, ma le basi a volume sostenuto riempiono la struttura. Le tonalità veleggiano verso il basso, i passaggi più acuti sono riservati al suono dei piatti e ad alcuni giri di chitarra. I Xiu Xiu preparano i brani in maniera meticolosa, sviluppandoli poi con una combinazione tra batteria e percussioni a ruota libera e riff di chitarra diretti e forti, il tutto amalgamato dalle basi cupe.

La voce di Jamie Stewart continua a trasmettere sofferenza e fatica, appoggiandosi meglio sulla musica quando i brani si fanno più sostenuti. Un capitolo a parte meritano i pezzi di sola batteria, cantati con ancor più ansia e inquietudine in una sorta di elogio della follia, mentre i piatti tuonano e prendono vita. Via via che i Xiu Xiu passano in rassegna i brani, il cantato assume una dimensione più finita e potente.

Avvicinandosi al finale, il minimalismo ruvido lascia spazio a sonorità wave e synth pop decisamente più amichevoli, con brani che da marce cupe esplodono nel finale in una sorta di riedizione semplificata del noise rock. I Xiu Xiu chiudono il set con ‘I luv the Valley OH!‘ ha il sapore lo-fi dell’indie rock americano dei primi anni Novanta, pieno di volume in tutti i sensi. Il rientro sul palco per il bis con ‘Stupid in the dark‘ è un rave party a base delle più svariate percussioni e rumori, con passaggi più armoniosi che prendono nuovamente la via della dark wave.

Meno bizzarri e ostici di quanto potessimo temere, ma estrosi e notevolmente abili a tenere il palco e portare avanti lo show in due, i Xiu Xiu non deludono le aspettative, proponendo idee originali ed elaborandole in modo grintoso eppure elegante.

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