Whitney live a Segrate (MI): come fosse domenica mattina
Torna anche quest’anno Unaltrofestival, appuntamento fisso dell’estate milanese organizzato al Circolo Magnolia di Segrate da Comcerto.
Alla tradizionale due giorni tardoestiva, che noi di Oca Nera Rock nel 2016 abbiamo seguito dall’inizio alla fine, si è aggiunta una preview a inizio giugno, inizialmente prevista su tre serate ridotte poi a due per il triste forfait dei Grandaddy.
Prima serata di quest’anteprima dunque è quella del 5 giugno, con i Whitney chiamati a esibirsi, e anche qui la sfortuna sembra metterci lo zampino: i temporali del tardo pomeriggio minacciano, creano scompiglio, probabilmente scoraggiano molti potenziali avventori ma alla fine il meteo si raddrizza e per un non troppo numeroso gruppo di impavidi la serata ha inizio, e Unaltrofestival 2017 con essa.
Ad inaugurare l’evento ci pensa Barack, che con la sua formazione di altri due elementi ha un attacco super acustico con timidi arpeggi velati di indie folk.
Quando sale di tono, spinge soprattutto con plettrate altissime, la batteria è praticamente impercettibile, mentre lui canta in inglese con alcuni inserimenti di parlato in francese. Alcuni singoli estratti dal primo album di Barack in uscita il prossimo autunno danno mostra di una bella voce accogliente, che ripesca in atmosfere tradizionali di qualche anno fa, con suoni grezzi da ripulire e arricchire un po’.
Formazione ricca e interessante per i Whitney, con batteria in primo piano per assolvere al doppio ruolo del frontman di batterista e cantante.
Voce nasale in semifalsetto, il suono di tromba ad arricchire il tutto, una struttura semplice con una chitarra mutuata dal classico rock americano.
Tra i primi pezzi spicca una bella apertura con ‘Polly‘, sembra una simpatica jam session, tanto che alla fine ci dirà che «pare quasi di suonare ad una festa».
Non si abbonda col lato rock, piuttosto i richiami mandano spesso dalle parti di Lionel Richie, ci si aspetta che parta da un momento all’altro ‘Easy‘, e invece le cover a cui i Whitney ricorrono sono altre, dai Lion ai NRBQ.
‘Golden days‘ è una ballata carina in stop motion che arriva da un soul pop anni ’80, l’impianto batteria più tromba dei Whitney tiene su tutto con una buona verve, sempre calata in un ambiente intimo con tutti i presenti a ridosso del palco.
Tastiera vivace e soffiate di tromba sul finale della cover di ‘Magnet‘ dei già citati NRBQ, per chiudere con ‘No woman‘ caricata dall’uso del chitarrone nelle retrovie.
Non proprio una caratura da rock band per i Whitney, ma la capacità di divertire il pubblico con melodie semplici e ricorsive che impiegano bene gli strumenti a loro disposizione.
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