Vinicio Capossela, l’urgenza di empatia e altre storie
Immaginiamo di essere nel cuore di una calda serata autunnale in uno degli Auditorium della Città Eterna, zona San Pietro.
Le luci del tramonto stanno lentamente svanendo, il pubblico comincia a riempire il foyer e si attende il deflusso in sala per l’inizio del concerto di Vinicio Capossela.
Il palco è illuminato da luci soffuse, l’atmosfera è carica di aspettativa.
Le prime note di una melodia inconfondibile (‘Sul divano occidentale‘) risuonano nell’aria: Capossela appare sul palco pronto a condurre il pubblico in un viaggio indimenticabile: quello attraverso “Tredici canzoni urgenti”, ultimo album uscito il 21 aprile scorso, vincitore della Targa Tenco 2023 come Migliore Album.
Ogni concerto di Capossela è un’esperienza unica, un mix di generi che spaziano dal folk al blues, dal jazz al cabaret, e persino elementi del teatro dell’assurdo.
La sua voce profonda e graffiante riempie l’aria, mentre le sue parole poetiche narrano storie di vita, amore, violenza, sogni e guerre.
Il pubblico è coinvolto fin dalla prima nota e i brani si susseguono con una grande varietà di strumenti musicali, dal contrabbasso al pianoforte, dal sassofono al violino.
Capossela è un vero showman, balla sul palco con eleganza e coinvolge il pubblico con il suo carisma unico.
Ogni brano è un momento di magia, e ogni storia raccontata nelle sue canzoni sembra diventare viva davanti agli occhi di chi è lì, seduto in platea, con gli occhi volti verso questo artista così eclettico.
Il concerto procede con una serie di alti e bassi emotivi.
Canzoni come ‘La parte del torto‘, ‘Cha cha chaf della pozzenghera‘ e ‘Ariosto governatore‘ catturano l’essenza dell’esperienza umana in modi profondi e toccanti.
Alcuni brani, come ‘Marajà‘ o ‘Che coss’è l’amor‘, sono dei veri e propri classici del suo repertorio che tutti conoscono e cantano a pieni polmoni.
A fine concerto, Capossela conclude la serata lasciando al pubblico un crescendo di riflessioni: cala il sipario con ‘Con i tasti che ci abbiamo‘, una carezza dolceamara.
Grati per questa straordinaria esperienza musicale, mentre la notte avvolge via della Conciliazione, si torna a casa portando con sé i ricordi di una serata che, nell’intimo, ha smosso gli animi.