Two Headed, good time Rock’n’Roll!
I Two Headed scuotono tutti con il loro nuovo progetto
Robban e Kurt Dräckes al Joshua Blues Club di Albate
Albate (CO), 20 settembre 2024 / Ph. © Giulia Di Nunno
Troppo spesso ci lasciamo prendere dalla fregola per i grandi concerti rock, quelli dove alla fine spendi un sacco di soldi, ti devi sbattere come un’aquila per arrivarci, devi sopravvivere durante l’evento e alla fine hai visto poco o nulla, e sentito pure peggio. Poi devi pure tornare.
A volte invece nel rock’n’roll ci inciampi quasi per caso, nei luoghi più impensati. E rischi di passare la serata rock’n’roll più divertente dell’anno. A me è capitato spesso di recente. Magari non proprio casualmente, perché se frequenti il giro dei concerti, le informazioni in un modo o nell’altro prima o poi all’orecchio ti arrivano. E finisci per trovarti i Grande Royale mettere a ferro e fuoco il minuscolo palco del Masnada, praticamente il bar del Parco Increa, piuttosto che due icone decadenti dello sleaze inglese come Spike e Tyla in un pub di fianco alla Stazione Tiburtina a Roma.
O come per esempio ieri sera al Joshua Blues Club di Albate, delizioso localino nella periferia sud di Como, in cui i protagonisti della serata sono stati i Two Headed. Guardate che anche se tenete la voce bassa vi sento sussurrare Ii Two CHI????». Vabbè, vi perdono, perché quando mi è passata sott’occhio l’annuncio di questa data, ho reagito allo stesso modo. Poi mi son fermato a leggere, non fosse altro per capire di chi si trattasse. E mi si son rizzate le antenne.
Perché le due teste in questione sono quelle di Matz Robert Ericksson, meglio noto come Robban – che di mestiere percuote i tamburi per conto degli Hellacopters – e Kurt Dräckes, chitarra e voce dei The Royal Cream. Praticamente un mini super-gruppo Scandi Rock.
Robban e Kurt non sono nuovi alle collaborazioni, avendo i due suonato insieme nei Sewergrooves, altra brillante realtà garage-sleaze svedese. Purtroppo Robban ha dovuto lasciare i Sewergrooves per dedicarsi a tempo pieno agli Hellacopters, ma a quanto pare i tempi sono maturati per rinverdire quella collaborazione e dare quindi vita al progetto Two Headed, con un Ep appena uscito (disponibile solo sulle piattaforme streaming o, se siete fortunati, acquistando una delle 300 copie del vinile 10”), un tour che li ha portati anche nel nostro paese ed un album in lavorazione che, alla luce dell’EP e dello show di ieri sera, non vedo l’ora venga dato alle stampe.
Raggiunto il locale e fatto conoscenza con l’ampia offerta di bevande a base luppolica spillate dalla casa, mentre un gruppo di diversamente giovani da vita ad una sorta di saggio di ballo (non sto scherzando) approfitto della presenza al merch dei due protagonisti per acquistare il già menzionato Ep, e scambiarci quattro chiacchiere. E ovviamente per importunare Robban, al quale tocca l’ingrato compito di autografarmi l’opera omnia degli Hellacopters. Il tutto mentre nel locale inizia ad affluire un minimo di pubblico. Nessuna ondata oceanica, ma alla fine una cinquantina di persone le abbiamo contate.
Intorno alle 22:00 i due raggiungono il minuscolo palco del Joshua, spartano nella sua essenzialità, con la batteria di Robban a sinistra, le chitarre e l’asta del microfono di Kurt a destra. E realizzo finalmente che, a differenza di quanto avevo presupposto, non stiamo per assistere ad un concerto acustico: i due partono a razzo con ‘City Waltz’ e per un’oretta abbondante ci deliziano con uno show elettrico entusiasmante, a base di puro ed incontaminato rock’n’roll stradaiolo, dove le radici garage-punk dei due incontrano quell’anelito power-pop che anima lo scandi-rock, con quello swagger esaltato dalle bordate di Robban e dai riff di Kurt, spettacolare anche come cantante, il tutto all’insegna dell’essenzialità e della semplicità.
Perché non serve sempre far cose troppo complicate per trascinare il pubblico in quella che è diventata una delle serate rock’n’roll più divertenti a cui abbia assistito di recente. A volte bastano solo una chitarra, una batteria e una vagonata di attitudine. E l’attitudine, a questi due, proprio non manca.
Tra la quindicina di brani eseguiti, troviamo ovviamente i cinque pezzi contenuti nell’Ep, inclusa quella ‘Shattered Diamonds’ che non stonerebbe in un qualsiasi disco degli Hanoi Rocks, l’anticipazione di un nuovo brano destinato a finire sul nuovo album e, per chiudere in bellezza, una trascinante ‘Darling Darling’, che quasi tutti ricordano nella versione resa celebre dagli Hellacopters su “Head Off”, ma che in realtà trattasi di un pezzo dei Royal Cream di Kurt.
Rimane il tempo per scambiare gli ultimi convenevoli con i due scandi-rockers, scattare qualche foto ricordo e siccome l’occasione rende l’uomo ladro, trovare anche il modo di scroccare a Robban la bacchetta con cui ha suonato questa sera.
Si chiude così una serata di quelle che molti definirebbero ‘minori’, ma per chi – come il sottoscritto – in queste sonorità ci sguazza con lo stesso entusiasmo con cui i maiali si rotolano nel fango, si è trattato di un evento imperdibile, e che speriamo possa ripetersi molto presto, quando i Two Headed faranno uscire il loro full-lenght d’esordio.