Tribalistas, il Brasile dei sogni prova a resistere
Semi di luce.
Ecco, mai come in questo momento la curiosità intorno a questo concerto dei Tribalistas era davvero ricercata e meritata.
I motivi sono molti e ricchi di spunti: il Brasile sta rivivendo il rischio di una deriva autoritaria e populista proprio come quella di oltre cinquanta anni fa.
L’elezione dell’ex militare Bolsonero alla Presidenza della Repubblica brasiliana ha aperto uno squarcio sul mondo reale.
E ora a rispondere tocca agli artisti, o ancor meglio, a coloro che fanno parte dell’intelligenza brasiliana.
Sappiamo che nei momenti più codini e di maggiore regressione sociale e politica nascono sempre nuovi idee e nuove visioni del futuro.
L’era Thatcher in Gran Bretagna ne fu un fulgido esempio.
Ma anche in Brasile tutti ricordano il movimento del Tropicalismo di Gilberto Gil e di Caetano Veloso, ai quali i Tribalistas (Carlinhos Brown, Arnaldo Antunes e Marisa Monte) si ispirano sia nella loro produzione solista che in quella del gruppo.
Anche la prova data a Roma sul palco della Sala Santa Cecilia l’11 novembre è stata degna della loro fama, su tutti, l’istrionica presenza scenica di Carlinhos Brown e la voce cristallina di Marisa Monte.
L’impressione è che quando il loro repertorio esce musicalmente dai confini del Sudamerica per abbracciare contaminazioni di carattere più pop/rock (specie nei repertori solisti) il contributo di originalità aumenti.
Proprio come avvenne per Veloso e Gil.
Altrimenti si ha la sensazione di scivolare verso una qualità abbastanza piatta, eccezion fatta per i loro cavalli di battaglia ‘Jà se inamorar‘, ‘Tribalistas‘ e ‘Velha Infancia‘.
Insomma, il concerto in sé scorre via senza particolari emozioni ma con molta allegria.
Ma se anziché un punto di arrivo questo segnasse l’inizio di una ripartenza per la cultura brasiliana di cui la musica non solo è essenziale, ma addirittura capofila da sempre?
Le qualità ci sono tutte nelle capacità vocali di Antunes e Monte e nel ritmo dionisiaco di Brown.
Il pubblico li ha aspettati e lo farà ancora.
Ora sta a loro.
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