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TOdays Festival | Day 03: Ibibio Sound Machine

Non avrei sperato, certamente, di risvegliarmi febbricitante in una domenica torinese fredda e piovosa.
Febbre alta, ma non sufficientemente da trovare una mediazione tra me e il mio fisico e dirigermi verso lo sPAZIO211, anche solo per godermi il concerto degli Ibibio Sound Machine.

Ibibio è la lingua nativa dell’omonimo popolo nel sudest della Nigeria, zona della quale è originaria la mamma di Eno Williams, cantante dell’ensemble multietnico nato a Londra nel 2013. L’Africa occidentale che incontra l’elettronica londinese.
La contaminazione di afrobeat, elettronica, blues, funky è, almeno sulla carta, garanzia di qualità e divertimento.
Ciò che nella mia situazione attuale potrebbe cambiarmi la giornata.

Oggi taxi, e scopro che anche a Torino – dopo Budapest – le app delle cooperative funzionano alla perfezione.
Il tempo inclemente, non si può parlare di sold out come i giorni precedenti, ma l’affluenza di pubblico è buona.
L’età media è la più giovane e colorata delle tre giornate, forse a causa del cartellone che prevede la presenza di Christine and the Queens come headliner.
Il contrasto tra il grigio della giornata e i colori della ragazza alla mia sinistra con i glitter sulle guance e intorno agli occhi merita una citazione.
Così come i colori dei costumi tipici afro-indossati dalla band sul palco.
Sebbene alte già in partenza, gli Ibibio Sound Machine superano le aspettative.
Eno Williams impiega pochi secondi per trascinare il pubblico e chiamare la botta e risposta dei cori fin dalle prime note.
Batteria, basso, sezione fiati con sax baritono, trombone e tromba, elettronica e bozouki, sostituito dal secondo pezzo da una più “tradizionale” Stratocaster.
Sono sempre più convinto che il futuro più interessante della musica – rock, jazz, pop, scegliete voi -, passi per l’incontro tra Africa, più in generale sud del mondo e occidente per come siamo stati abituati a pensarlo.
Non si tratta più di raccontare la musica attraverso la definizione di generi sempre più sfumati, ammesso che abbia mai avuto senso anche in passato.
L’ascolto diventa esperienza corporea, in connessione con le radici della nostra specie, che affondano nell’humus del continente africano.
Siamo un unico villaggio e la musica degli Ibibio lo ribadisce.
Aprono con un classico pezzo dalle sonorità afrobeat, poi diventano una fontana che zampilla funky con una chitarra blues, valvole e wahwah.
Blues su black funky e soul.
Passano con disinvoltura dalla musica più nera all’electrodance e al synth-pop, con la cassa dritta e addirittura l’utilizzo del vocoder.
Concludono tornando a casa, in quella parte di continente che si allunga sul delta del fiume Niger per affacciarsi sul Golfo di Guinea, con fraseggi chitarristici che rendono omaggio a “The Black President”, Fela Kuti contornate da inserimenti soul della sezione fiati.
Non è il pubblico più numeroso delle tre giornate, ma è il più energizzato senza dubbio alcuno.
E io, preferisco chiudere qui l’esperienza del TOdays 2023, approfittando della riserva di energia accumulata durante l’ora appena trascorsa e affidarmi nuovamente alla magnanimità di un tassista torinese che mosso a pietà di un povero cronista febbricitante e umidiccio, anziché convergere verso lo Juventus Stadium, ne raccoglie ciò che resta.

Ibibio Sound Machine

In stanza ho tempo di tirare le somme.
È la mia terza edizione consecutiva del TOdays, la seconda alla quale partecipo in veste di narratore.
Ciò che non si può disconoscere è la costante attenzione che gli organizzatori rivolgono a quanto di più interessante si trovi nel panorama indipendente.
Il Festival di fine estate torinese ha il merito enorme di portare in Italia band che altrimenti ci costringerebbero a metter mano al passaporto per ammirarle dal vivo.
Una proposta che si rivolge a un pubblico preparato, attivo, attento, che può incontrarne o meno il gradimento, ma che ha una ragione d’essere nell’attenzione a tutto ciò che per originalità, coraggio, sperimentazione o semplicemente autenticità, si trova tagliato fuori dai canali del mainstream.
Aggiungiamo anche l’elevata qualità del suono, i costi contenuti dei biglietti e degli abbonamenti alle tre serate.
Ciliegina sulla torta, l’assenza del mare di smartphone a frapporsi tra pubblico e palco.
Non c’è altro da dire: il TOdays fa bene alla musica, alla cultura e alla pelle.

Torino, 28 agosto 2023

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