The Temper Trap live a Segrate (MI): buoni come il pane
Dall’Australia con amore: arrivano dagli antipodi, The Temper Trap, per intrattenere il pubblico milanese con la data del 5 febbraio al Circolo Magnolia di Segrate. Tre dischi all’attivo, l’ultimo dei quali uscito nel 2016 e intitolato “Thick as thieves”, un buon numero di singoli di successo, melodie e timbro inconfondibili per questa band dalle cui hit hanno attinto in parecchi, tra cinema, tv e videogames di successo.
E dal mondo del piccolo schermo arriva il gruppo che apre la serata: sono Les Enfants, direttamente dalla scuderia di Alvaro Soler nel corso dell’ultima edizione di X Factor, e non vanno di certo giudicati solo per il loro curriculum. Tastiere e voci spiccano, chitarra e basso fanno da accompagnamento, le percussioni sono a cura del cantante, un approccio abbastanza singolare per una band che sta cercando la propria identità per distinguersi. Quando accelerano e danno più ritmo e un tempo più serrato alla voce, hanno qualcosa da dire: la strada da percorrere sembrerebbe essere questa.
The Temper Trap sono dei bravi ragazzi, lo si capisce a occhio: una paciosità che trapela anche quando cercano di fare i duri, ma anche se mi canti sin dal principio che “making noise is shouting”, io lo so che sei lì per rabbuonire il pubblico. A dirla tutta, ci sono in gioco diverse anime: i pezzi dell’ultimo album hanno un piglio più deciso e una struttura più vivace, le canzoni degli esordi sono inconfondibili e a loro modo originali, anche se fatte della stessa pasta e un po’ ridondanti, in mezzo tanti riferimenti ai riff più classici del rock degli ultimi venti-venticinque anni.
Dougy Mandagi, frontman e voce di The Temper Trap, non ha l’aspetto da rockstar, sembra piuttosto il nativo americano un po’ cattivo di un film di Tarantino, con una vaga somiglianza con Sergio Japino. I modi sono invece educati, abbraccia idealmente il pubblico e sprizza gratitudine da ogni poro. Suonano puliti, tengono i volumi parecchio alti e la folla trasuda contentezza, ed è tutto molto bello per queste ragioni.
Non è chiarissimo dove stiano di casa, The Temper Trap, oscillano tra le loro diverse influenze e si lasciando ogni tanto prendere la mano da una sfrenata vena melodica e da una sorta di ossessione per i coretti. Sono molto semplici, nell’approccio e nell’animo, tirando fuori un po’ di grinta a targhe alterne e chiudendo con il brio strumentale di ‘Drum song‘, lontana da quello che sono soliti fare ma ben eseguita.
Il tripudio della bontà arriva col bis, che inizia al rallentatore e si chiude nel più inevitabile e prevedibile dei modi: ‘Sweet disposition‘ è il trionfo dei buoni sentimenti, la tenerezza riempie il tendone del Magnolia e a tutti vengono gli occhioni e lo sguardo zuccheroso di Zooey Deschanel in “500 days of Summer“.
È domenica sera, ci serve un po’ di glicemia per non pensare a quanto di più infausto ci possa essere nella vita ovvero il lunedì, ci sentiamo tutti più spensierati grazie a questi The Temper Trap che non saranno proprio bellissimi, ma sono indubbiamente buoni come il pane.