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The Darkness

The Darkness live a Ciampino (RM): lode (e nostalgia) del glam rock

Energizzante com’è, forse assistere ad un concerto di una band glam rock dovrebbe essere inserito tra le cose da fare prima di morire.
Siamo in pieno autunno, in carenza di vitamine: sono i The Darkness coloro che ce ne regalano un bel po’ il 9 novembre 2017 all’Orion Live Club di Ciampino (RM).

Il gruppo, che all’occhio è luccicante e stuzzicante, sul palco si rivela estremamente talentuoso.
I giochi si aprono con ‘Open Fire’, brano che spiega perché è sensato «enjoy the darkness», presentando al pubblico la band capitanta da Justin e Daniel Hawkins.
Per il secondo brano in scaletta non servono invece descrizioni.
Si tratta di ‘Love Is Only a Feeling’, un pezzo luminoso e amatissimo dal pubblico che apre la strada a ‘Southern Trains’, uno dei nuovi pezzi tratti da “Pinewood Smile” (leggi qui la recensione al disco).

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La setlist della serata è un tributo alle grandi hit della loro discografia, ed è per questo che i presenti si infiammano con ‘Black Shuck’ (tratto da “Permission to land”, disco che li ha resi famosi) e ‘One Way Ticket’.
Proprio durante questo brano a suonare le parti di chitarra di Justin ci ha pensa Thomas, un diciassettenne “pescato” dalla transenna che non si risparmia né nell’esecuzione del pezzo né nel saltare qua e là come un vero divo del palco.
Il rapporto con il pubblico, molto partecipe, è idilliaco e la serata decolla.

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Al di là di qualche episodio di becero misunderstanding, il cantante dei The Darkness si diverte a scattare selfie al proprio lato b con i cellulari – onnipresenti e sempre in alto – di molti fan e a indossare un po’ tutto quello che gli arriva sul palco.
La voce di Justin e il rock popolare e coinvolgente della band danno il meglio quando arrivano a ‘Givin’ Up‘ e a ‘All the Pretty Girls‘, pezzo che in modo esplicito e martellante si riferisce all’opportunismo delle groupies:

«(All the pretty girls) Like me for who I am
(All the pretty girls) When the record goes platinum
Plenty of action, massive attraction
When you’re selling out stadiums
(All the pretty girls)
And their ma-mu-mu-mu-mu-mu-mu-mu-mums»

Il gusto di ‘Barbarian’ è quello delle leggende legate al medioevo delle foreste inglesi e dei conquistatori che in esse si mossero.
Alle note dolci di ‘Why Don’t the Beautiful Cry?’ seguono l’eccitazione di ‘Friday Night’ e la gioia di ‘Happiness‘.
La sensualità, che in realtà è sempre presente nei brani e nel modo di esprimersi della band, è ancora più evidente in ‘Every Inch of You’ è in ‘Makin’ Out’.
Tratto ancora da “Pinewood Smile”, ‘Solid Gold’ ha un sapore prettamente anni ’80.
Dopo ‘Get Your Hands Off My Woman‘ la band si ritira per una breve pausa prima dell’encore, quando i The Darkness regalano al pubblico la bellissima ‘Growing on Me’ e chiudono con la più fantastica di tutte, ‘I Believe in a Thing Called Love’, che infuoca letteralmente il locale.

La serata è stata intensa poiché con i The Darkness questo è quello che accade: come un’unica entità, si partecipa al concerto di un gruppo che è perfettamente a suo agio così – tra pailletes e tutine succinte.
La celebrazione del glam rock anni Settanta trova così una nuova attualità: più popolare, più morbida e sicuramente diversa dall’originale, ma che piace e conquista proprio per la sua efficacia.


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