The Black Angels, psichedelia portami via
Tornano a le vibrazioni lisergiche dei Black Angels
I suoni della band statunitense scuotono il Circolo Magnolia
Segrate (MI), 18 settembre 2024
Rinchiudere i The Black Angels nell’angusto recinto del circuito indie sarebbe alquanto riduttivo e fuorviante, perché la band di Austin è molto più di questo. La forza creativa che anima questa impareggiabile formazione texana si riverbera infatti in una moltitudine di progetti paralleli (tra cui citiamo Sweet Tea, The viet minh e Mien) e di produzioni solistiche. Senza trascurare il fatto che i suoi due esponenti di punta, Christian Bland ed Alex Maas, sono parte di The Reverberation Appreciation Society, il collettivo che ha sviluppato e tuttora produce il Lievitation Festival, l’importante evento musicale che ogni primavera dal 2016 ad oggi movimenta la scena psichedelica texana.
Dall’alto di una carriera oramai ventennale che ha visto la band raccogliere le pesanti eredita dei Velvet Underground (da cui hanno attinto il nome) ma soprattutto dei The 13th Floor Elevators del compianto (e quasi concittadino) Roky Erickson, con cui hanno più volte collaborato e condiviso tour, e a produrre una manciata di album imprescindibili per chi ama il genere, i The Black Angels sono cresciuti. Lo hanno fatto fino a diventare una tra le più importanti – se non la più importante – formazioni psich-rock attualmente in circolazione. Il loro ultimo disco, lo spettacolare “Wilderness Of Mirrors”, è stato per chi scrive una delle migliori release del 2022. Un affresco sonoro dove psichedelia, garage rock ed una latente sensibilità pop si fondono per far da colonna sonora alla visione cupa e disillusa del mondo in cui viviamo che emerge dai testi dei 15 brani di cui si compone.
A distanza di sette anni dalla loro ultima apparizione milanese, la formazione texana va in scena questa sera al Circolo Magnolia, una sorta di data warm-up che precede di qualche giorno un lungo tour europeo da co-headliners, in compagnia dei The Dandy Warhols. Il cielo che pareva minaccioso sembra non voler infastidire il concerto, presumibilmente uno degli ultimissimi open air della stagione, regalando a chi si è spinto fin in riva all’Idroscalo una fresca e piacevole serata, per una volta deliziosamente priva dell’incubo zanzare.
La formazione attuale ruota attorni ai tre membri storici: Christian Bland (chitarra), Stephanie Bailey (batteria) ed Alex Maas (voce). Il trio è complementato dall’immancabile chitarrista live Jake Garcia e dalla new entry Misti Hamrick (basso/tastiere). Introdotti sul palco dagli Stooges con una sempreverde ‘I Wanna Be Your Dog’, i The Black Angels danno il via al loro show con ‘Entrance Song’ da “Phosphene Dream” del 2010. A questa segue ‘El Jardin’, il lead-single del succitato “Wilderness Of Mirrors”, un disco che verrà questa sera ampiamente saccheggiato, potendo contare su ben sei brani in scaletta.
Pur colpita da qualche problema tecnico di troppo, che negli encore costringerà Bland ad abbandonare la chitarra e finire il concerto al basso, la band sviluppa un muro di suona micidiale. Le chitarre ben in evidenza ed il massiccio drumming di Stephanie ti colpisce allo stomaco facendoti vibrare le budella. La voce di Maas, splendidamente sgraziata, è il punto focale attorno al quale ruota il sound degli Angeli Neri, concentrati nell’intessere quelle trame psichedeliche dalle quali farsi rapire e trasportare in una sorta di trip cosmico, sapientemente colorato dai giochi di luce che illuminano lo stage come una specie di enorme caleidoscopio, ipnotico e straniante.
Se l’ultimo album è stato questa sera ben rappresentato, non da meno è stato il disco d’esordio (“Passover”) da cui ci vengono proposte ‘Manipulation’, ‘The Sniper At The Gates Of Heaven’, ’Young Men Dead’ e, negli encore, una splendida ‘Black Grease’. In realtà nessun album è stato trascurato. Nel suo insieme, la setlist ci ha fatto rivivere, brano dopo brano, l’intera storia musicale della band. Che naturalmente chiude la parte convenzionale del concerto con l’immancabile ‘Molly Moves My Generation’.
I The Black Angels non si fanno comunque attendere e tronano rapidamente in scena per gli encore, in cui purtroppo i problemi tecnici si son fatti più seri costringendo la band a rivedere le parti strumentali, senza comunque perdere di efficacia. A parte la già citata ‘Black Grease’, tra i bis troviamo ‘Without A Trace’, Science Killer e, per chiudere alla stragrande, il doveroso omaggio ai Velvet Underground con una sempre apprezzata cover di ‘Sister Ray’, a chiusura di un concerto che per quasi due ore ha tenuto tutti noi in assoluta balia delle onde musicali anomale prodotte dal quintetto texano, e dalle quali è sempre piacevole lasciarsi travolgere e trasportare.