Tenacious D, i Blues Brothers del rock
I Tenacious D riescono nella non facile impresa di un sold out già diversi giorni prima del loro concerto al Carroponte.
Sono infatti ben diecimila le persone arrivate a Sesto San Giovanni per l’unica data italiana dello “Spicy Meatball Tour” e che all’apertura dei cancelli avevano già quasi completamente riempito la venue ed intasato i parcheggi per qualche km, rendono la caccia ad un posto auto effimero come la ricerca di Moby Dick da parte del capitano Achab.
Solo dopo qualche decina di minuti, vagando nelle lande di Sesto, riesco finalmente ad urlare «Jumanji Jumanji Jumanji» e a ritenere conclusa la ricerca.
Puntuale alle 21 inizia la serata: si sentono le prime note dell’ouverture di John King al quale, qualche minuto dopo, segue l’urlo del pubblico che rimbomba come un tuono all’arrivo in scena di Jack Black e Kyle Grass.
Un Jack Black vestito a modo suo sobrio, con un completo pantaloncini e maglietta nero con stampa a fuoco e sulla schiena la scritta «Il plettro del destino».
Il duo, lo si percepisce subito, è in ottima forma e quello che presenteranno durante la serata non sarà un semplice concerto.
Quello dei Tenacious D è un racconto composto da canzoni, gag e siparietti e che inizia con l’esecuzione di ‘Kickapoo‘ seguita a ruota da ‘Low Hangin’ Fruit‘.
L’amore incondizionato da parte del pubblico è vibrante nell’aria: tutti cantano all’unisono ogni singola canzone, nonostante non si tratti di hit internazionali o brani spinti nelle programmazioni radiofoniche.
Al termine di ‘LHF‘ inizia la recita: Jack Black si accascia a terra, esausto dallo sforzo e l’intensità di esecuzione, ed è il momento in cui uno dei roadie gli “ruba” la chitarra per intonare insieme a Kyle ‘Jailbreak‘ dei Thin Lizzy.
Jack finge di rialzarsi per riprendere di forza il proprio posto ma ricade ancora a terra finché la canzone non è finita.
Il siparietto sembra concluso quando ecco che l’indomita fenice risorge e partono per l’appunto ‘Rize of the Fenix‘ e ‘Wonderboy‘.
‘Tribute‘ è sicuramente la loro canzone più iconica e se con altre band sarebbe strano sentire un brano simile a metà concerto, loro la propongono in maniera funzionale allo show e alla trama.
Un grandissimo diavolo rappresentato sullo sfondo del palco con una coreografica costruzione gonfiabile e le ali semoventi fa da contraltare ai nostri eroi nella loro ricerca del plettro del destino.
I Tenacious D non stanno affatto fingendo e per far capire che non stanno scherzando suonano la veloce ‘Video Games‘, ma subito dopo…il metal entra in scena!
I due evocano infatti un gigantesco mostro metallico in stile B-movie anni ’40 che, impersonato da uno della crew, si presenta minaccioso sul palco facendo scappare (e poi ritornare) i musicisti.
Segue appunto ‘Metal‘ lasciando alla fine il mostro a ballare da solo con il pubblico.
Tutta questa epicità metallara deve avere un lato opposto ed è qui che Jack Black sfodera il suo fantastico sax giocattolo e fa partire ‘Sax-a-Boom‘, facendo ballare tutto il Carroponte.
A quel punto Kyle non è da meno e si prende la scena con il suo ‘Max-a Boom‘, un sassofono giocattolo gigantesco con il quale suona una nostalgica ‘Baker Street‘.
‘Roadie‘ è la dedica dei Tenacious D ai lavoratori del settore musicale, un omaggio che solo un altro gruppo nella storia della musica ha realizzato (i Mötorhead con ‘We are the road crew‘, genere differente ma stesso spirito).
Susseguono le gag tra i due che portano a litigare tra loro i componenti della band fino al momento in cui va in scena ‘Kyle quit the band‘.
Però certi rapporti fanno solo dei giri immensi (cit.) e si risolve tutto con ‘Friendship‘, brano al suo debutto in questo tour.
Il momento revival arriva con ‘Wicked Game‘, un pezzo iconico molto ben eseguito supportato recentemente anche da un video ironico dove i due corrono sulla battigia in mutante sfoderando un fisico da concorrenti di gare nella specialità birra e salsiccia.
Si riprende in mano il mood del concerto e si porta alla fine il viaggio alla ricerca del plettro del destino e la sconfitta del diavolo con ‘Beelzeboss (The Final Showdown)‘.
Il canto della vittoria sul diavolo è l’esecuzione di ‘Seven Nation Army‘ dei The White Stripes che, come dice Jack, «gli italiani hanno trasposto dal suo significato originale a inno della vittoria universale».
Gli encore sono affidati a ‘Master Exploder‘ e alla conclusiva ‘Fuck Her Gently‘.
Il concerto è durato relativamente poco, solo un’ora e venti ma le emozioni e la partecipazione assoluta e completa del pubblico hanno contribuito a lasciare un enorme senso di appagamento.
Il concerto dei Tenacious D è fondamentalmente un cantautorato visivo, laddove le canzoni sono storie che raccontano gag e immagini che hanno tutti i riferimenti dei protagonisti nella loro fantomatica ricerca del plettro del destino.
Jack e Kyle sono la versione dei Blues Brothers in chiave rock semi-acustico dove la bontà oggettiva dei brani è supportata dalla simpatia dei due protagonisti.
Anche se, a dirla tutta, Jack è sicuramente tra i due quello più esposto nei media grazie anche alla sua carriera da attore.
In apertura una menzione di merito va anche agli Steel Beans che purtroppo, nella loro sola mezz’ora di esibizione, hanno proposto un rock veramente molto valido e intenso che avrebbe meritato più spazio.