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Il sogno del marinaio

Il sogno del marinaio live a Torino: sbarco ai Murazzi

Grazie Oca Nera perché ogni tanto mi mandi a vedere concerti che sono delle chicche. Caso tipico è questa apparizione di Il sogno del marinaio nei profondi Murazzi. L’antro si chiama Magazzino sul Po ma è universalmente conosciuto come Giancarlo 2.

Questa serata (14 ottobre) è la prima di un festival di due giorni, Offsetfest, organizzato dall’etichetta Off Set. Ammetto che la mia conoscenza degli artisti di oggi rasenta lo zero, mea culpa, vorrà dire che oggi mi consegno candido e puro alla musica indipendente.

In un weekend in cui c’è Manuel Agnelli onnipresente in tv, constato che intanto il suo nuovo chitarrista Stefano Pilia se la gode e se la suona con questo progetto parallelo di genere molto X e poco factor.

Il sogno del marinaio sono Andrea Belfi, Stefano Pilia, Mike Watt. Batteria chitarra e basso. Sono ragazzi che si divertono molto a suonare le loro semi-improvvisazioni tra jazz, prog, funk e whatever. Apparentemente cazzoni, in realtà cazzuti assai e il risultato è una bomba.

Sono ragazzi davvero perché Mike Watt, anche se ha una carriera lunghissima alle spalle, è un sessantenne con la vivacità di un ventenne. Ogni tanto mi diletto a curiosare le stronzate in html che spara l’indimenticato Piero Scaruffi su alcuni artisti, esempio: questa stroncatura del “populista” Mike Watt!

Questa a Magazzino sul Po è una delle 32 date in 32 giorni del loro tour per portare in giro per l’Europa il loro disco “Canto secondo”. In bocca al lupo e buon viaggio, sono più o meno a metà, lo sbattimento è notevole ma se si divertono sempre come oggi allora fanno bene.

Per sapere qualcosa di più su Il sogno del marinaio accontentatevi di un wordpress minimale (come piace a me!), per tutto il resto è bene andarli a sentire live per farsi allegramente prendere a schiaffi.

Stasera di bello c’è anche Miles Cooper Seaton degli Akron/Family che ci tiene tutti appesi ai fili tesi sulla chitarra su cui arpeggia. Al di là dell’evidente bravura, mi resta in testa un piccolissimo dettaglio. È il tipico momento nel mezzo della canzone in cui una corda della chitarra si scorda e con essa si scorda tutta l’emozione, e tutta l’attenzione viene imprigionata da quell’imprevisto che improvvisamente spezza l’armonia. Lui però, caso rarissimo, riesce delicatamente a sistemare tutto senza fermarsi, senza far scendere la tensione, un piccolo miracolo che per riuscire deve passare inosservato.

A metà serata ci sono anche i Krano, in cui Marco Spigariol dei Movie Star Junkies canta in veneto. A parte questa particolarità, non saprei che dire, i miei gusti sono lontani e non mi va di fare il critico criticone 🙂

Anche se non c’entra niente, questo 14 ottobre 2016 è il giorno in cui danno il Nobel per la letteratura a Bob Dylan. Tornando a casa ci penso: umanamente, come farà Bob Dylan a fare un altro disco? Sei un premio Nobel, dovrai tirare fuori un’opera come minimo perfetta, con concerti come minimo straordinari. Aspettative altissime. Ansia. Zero possibilità di sbagliare, di scazzare una data, di deludere qualsiasi attesa. Un premio Nobel non può continuare a suonare.

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