Rugby Sound Festival 2024 | Suicidal Tendencies
Nei ventiquattro anni della sua esistenza, il Rugby Sound Festival ha saputo ritagliarsi un posto di tutto rilievo nell’ambito dell’affollato panorama concertistico che caratterizza le estati lombarde. La grande varietà di artisti e generi musicali che, giorno dopo giorno, occupano il grande palco allestito nei pressi di Legnano, laddove il fiume Olona si biforca creando quell’isola fluviale in cui sorge il castello visconteo di San Giorgio, hanno fatto di questo piccolo grande festival uno degli appuntamenti più attesi e graditi della stagione.
Ancora una volta curata da Shining Production in collaborazione con la Regione Lombardia ed il comune di Legnano, l’edizione 2024 mette in fila ben 14 serate con un programma che si propone di assecondare i gusti più variegati, con un cartellone che vede tra i protagonisti nomi di punta che vanno dai Subsonica ai Sucidal Tendencies, passando per Cristina D’Avena, i Die Antwoord e i Cypress Hill.
In questo calderone di sonorità così differenti, noi abbiamo optato per quella che probabilmente sarà la serata più caciarona, quella che vede tornare in Italia Cyco Miko e i suoi Suicidal Tendencies, spalleggiati per l’occasione dagli Agnostic Front di Steve Stigma e Roger Miret. Una serata hardcore/crossover che unisce virtualmente le due coste degli States, da Venice Beach a New York City. Come dire, estrazioni differenti ma stessa, incompromissoria attitudine
Pur con un buon quarto d’ora d’anticipo rispetto all’orario annunciato, spetta alla storica formazione hardcore newyorchese infiammare il pubblico presente. E per farlo è sufficiente il minuto e mezzo di ‘AF Stomp’ – più che un intro, una dichiarazione di intenti. Con ‘The Eliminator’ si passa dalle intenzioni ai fatti concreti, con Miret che sbraita come un ossesso sui power-chords chuggati di Steve Stigma e Craig Silverman, affilati come rasoi. Nel ripercorrere un po’ tutte le tappe di una carriera ultra-quarantennale, tra un brano e l’altro il buon Miret – segnato dagli anni nel fisico ma certamente non nell’attitudine – non perde l’occasione per aizzare le prime file che ben si guardano dal trattenersi, trasformando il parterre in un moshpit infinto che svanirà solo a concerto concluso. Tra i classici vecchi e nuovi proposti questa sera non poteva mancare la cover di ‘Crucified’, sorta di manifesto degli Iron Cross – altra storica formazione hardcore di Washington D.C. – così come non potevano mancare pezzi come ‘Old New York’, ‘Friend or Foe’ e ‘Gotta Go’. Sul finale, l’inevitabile rievocazione dei fratelli Ramone, con una ‘Blitzkrieg Bop’ da bolgia infernale.
Il cambio palco ci concede qualche minuto di calma prima della tempesta – una tempesta che da Venice Beach arriva a Legnano, pronta a travolgere quanti si trovino sul suo cammino. Il patron Mike Muir è l’unico sopravvissuto di una formazione in perenne assestamento e che ha visto più cambi di formazione che album all’attivo. Sul palco del Rugby Sounds troviamo l’altro membro anziano, il chitarrista Dean Pleasants (con i Suicidal dal 1996) ed il chitarrista ritmico Ben Weiman. Nella posizione che trent’anni fa fu del babbo Robert, ancora Tye Trujillo – vent’anni tra qualche giorno, ma già un piccolo fenomeno al basso. E che dire dell’ultimo arrivato? Si tratta di Jay Weinberg, anch’egli figlio d’arte (il papà non è altro che Max Weinberg, il batterista della E Street Band), approdato nei Suicidal dopo aver lasciato il suo posto negli Slipknot ad Eloy Casagrande.
I concerti dei Suicidal Tendencies sono quanto di più vicino ad un frontale con un treno in corsa. Un treno che anche questa sera ci ha colpito in pieno volto con uno show tiratissimo, un Muir carico a mille e i suoi compagni precisi e coesi anche se un pelo sacrificati da suoni che, per lo meno dalla nostra posizione, non hanno reso giustizia al wall of sound prodotto dalla band. Anche e soprattutto a livello di volumi, una piaga che stiamo purtroppo abituandoci a subire in quasi tutti i concerti degli ultimi anni.
Chi scrive ha particolarmente apprezzato una set-list dal sapore retrò. Con l’unica eccezione di ‘Freedumb’, tutto il concerto è stato imbastito sui primi album della band – in pratica, dal punto di vista cronologico non si è andati oltre il 1990, per la somma gioia dei numerosi nostalgici che sono accorsi in massa alla corte di Cyco Miko. Dopo aver aperto con ‘You Bring Me Down’ vediamo snocciolare via ‘Two Sided Politics’ e ‘Send Me Your Money’.
Mike e compagni sono incontenibili, corrono e saltano da una parte all’altra come molecole impazzite – se dovessimo misurare il grado di entropia sullo stage, troveremmo valori assolutamente fuori scala. E ad innalzarli ulteriormente ci pensa comunque il buon Cyco, chiamando sul palco quanti più fan possibile per una memorabile ‘Possesed To Skate’, con la band intenta a suonare schivando il pogo selvaggio che nel frattempo si è scatenato dietro di loro.
Il finale di concerto è mozzafiato, con i Suicidal Tendencies che ci regalano una sequenza memorabile che mette in filla ‘I Saw Your Mommy’, ‘How Will I Laugh Tomorrow’ e ‘Pledge Your Alligiance’, su cui si ripete il rito dell’invasione di palco. Lo show si avvia alla conclusione, Mike Muir scende a cantare un’ineluttabile ‘Istitutionalized’ in transenna, accolto a braccia aperte dal suo pubblico, a cui si dona senza troppe remore.
Quando finalmente si riaccendono le luci, ci ritroviamo tutti un po’ più stanchi ed affaticati, sfiancati dai due set macina-ossa offerto da questi veterani della scena crossover, ai quali il tempo non sembra essere riuscito a limare via quella rabbia e quello spirito di rivolta che da oltre quarant’anni ne anima le gesta. Quando la vecchia guardia sale in cattedra, teme davvero pochissimi rivali.