Roma Summer Fest 2024 | Tom Odell
TOM ODELL INCANTA ROMA
L’esplosione di un talento che racchiude in sé la storia della musica ed il futuro della stessa
Roma, 4 agosto 2024
Tom Odell non ha neanche 35 anni eppure ha già alle spalle una carriera che lascia sbalorditi. La sua è un’esplosione di talento unita alla capacità di tenere il palco e creare empatia con il pubblico come fosse un veterano. L’Auditorium di Renzo Piano ha ospitato in questa occasione un pubblico variegato. Nonostante la calura soffocante, a sentire il cantautore di Chicester sono accorsi tanti ragazzi ma anche persone più grandi.
Tom Odell ha alle spalle 5 album ed un repertorio consolidato. Si presenta sul palco in Cavea con una line up affidabile specialmente nella sezione fiati, che nei suoi arrangiamenti hanno sempre un ruolo da protagonisti. Immancabile il pianoforte, che suona e usa come un moderno Jerry Lee Lewis. La sua enorme capacità di partire da un approccio classico agli strumenti, come appunto i suoi studi, per giungere una reinterpretazione moderna, lo rende davvero unico nel panorama attuale. Capace in una stessa canzone di passare dal registro intimista alla David Gray ad un coro da stadio è davvero raro per la sua età.
Nella sua formazione e scrittura musicale risente probabilmente di tutta quello che è stato la musica inglese da metà anni Novanta e forse il suo soggiorno a Londra, dopo gli anni giovanili in Nuova Zelanda, hanno dato un contributo decisivo. Subito amato sia dai giornali di settore ma anche dalla televisione (con le partecipazioni allo show di Jools Holland) le sue canzoni sono state usate anche per promozioni pubblicitarie di grande richiamo. Sembra sia anche molto apprezzato dalle parti di Buckingham Palace.
L’inizio del concerto è stato incendiario con l’esecuzione di ‘Loving you will be the death of me’. La setlist è proseguita con ‘Heal’, ‘Just another thing we don’t talk about’, ‘Fighting fire with fire’, ‘The end of summer’, ‘Lose you again’. La seconda parte del concerto, più coinvolgente, si è chiusa con ‘Somebody else’ e ‘Another Love’.
Il concerto è stato uno scambio continuo tra l’artista ed il pubblico, che ha cercato continuamente la comunicazione col performer inglese. E Tom Odell non si è tirato indietro: è stato al gioco, specie nella seconda parte del concerto. Completamente a suo agio col pianoforte, trattato come fosse l’estensione del suo corpo, Odell ha mostrato notevole affiatamento con la band. I musicisti sul palco non lo hanno solamente supportato ma anche agevolato in tutte le performance.
Il pubblico è stato letteralmente coinvolto e catapultato nell’universo poetico di Odell, idolatrato quasi come il leader di una boyband ma, anche, cantato e studiato come un cantautore low fi.
A fine serata Tom ha dichiarato stupore per l’accoglienza ricevuta dal pubblico. Non immaginava che i fan italiani potessero conoscere così approfonditamente i suoi testi, ed anche per questo si augura di tornare il prima possibile nella cornice romana, che trova nella balena di Renzo Piano la sua sublimazione.
Siamo di fronte non solo a un talento puro, ma direi ormai affermato. Un talento capace di tenere un concerto di forte impatto tanto in un teatro tanto quanto in uno stadio. Una naturalezza sul palco, con quella faccia imberbe che è un po’ il contraltare di Ed Sheeran.
Questa ondata prolifera di cantautori inglesi si sta rivelando davvero preparata. È in grado di non fare rimpiangere alle nuove generazioni (ma anche a quelle un po’ meno giovani) i grandi protagonisti del Pop della Cool Britannia come Blur e Oasis. Anzi, dal punto di vista della preparazione e della capacità forse siamo persino uno scalino superiore.
La cosa che ha più impressionato del concerto a Roma è la velocità con cui Odell è in grado di usare registri poetico musicali apparentemente diversi e distanti tra loro. Questo è un dono e va sottolineata la capacità di realizzare questo talento. Una cosa possibile solo attraverso l’esercizio e lo studio.
Tom Odell è e sarà un assoluto protagonista del presente e del futuro della musica oltremanica, con ottime probabilità di attraversare il canale per spingersi non solo verso l’Europa: forse anche dall’altra parte dell’Atlantico.