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Deep Purple

Roma Summer Fest 2024 | Deep Purple

L’ESSENZA PROFONDA DEL ROCK

I Deep Purple tornano al Roma Summer Fest con uno spettacolo appassionante, oggi come ieri

Roma, 10 giugno 2024

Il tempo ha le sue leggi e neanche gli alfieri del Rock, i migliori esponenti dell’epoca d’oro, possono fare nulla affinché non sia così. Ci sono quindi due strade a disposizione. La prima è l’assecondare lo scorrere delle cose. Senza cercare di ignorarlo ma, anzi, trovando delle forme nuove per dare vita al proprio repertorio. Naturalmente rispettando e cercando anche di rispettare il contesto e l’epoca nel quale certi temi musicali sono nati. Operazioni rischiose, certo. Come quella che fecero gli Who con l’orchestra sinfonica a Firenze. O altrimenti, è possibile continuare a riproporre le versioni un po’ stropicciata degli anni d’oro.

I Deep Purple da qualche anno ripropongono live i grandi successi della loro carriera, epurati dalle performance più complesse da un punto di vista vocale e da riproporre come la mitica ‘Child In Time’. Ma sia chiaro, il buon Gillian è ancora in ottima forma. Classici come ‘Highway Star’, ‘Black Night’, ‘Smoke On The Water’ reggono benissimo le rughe del tempo. Persino ‘Hush’ di Joe South ormai è nelle corde del repertorio dello stesso Gillian.

La line up ultima della band ormai è rodata da qualche anno. Aire, Glover, Paice e Mc Bride mostrano più che un ottimo affiatamento sul palco, approfittando anche degli assoli strumentali per concedersi una pausa. I Deep Purple hanno rappresentato un pezzo importante del Rock d’oltremanica. Quello che ha avuto la capacità camaleontica di unire diverse mete: dal rock post-beatlesiano all’hard rock sino al progressive, sopravvivendo a perdite e abbandoni davvero importanti. Su tutti Blackmore, che ha preso altre destinazioni – e soprattutto il mitico John Lord, tastierista e mente della band.

Chi non ha vissuto gli anni di giovinezza (ma anche di maturità) della band, sfugge alla complessità del loro repertorio. Un repertorio solido e vario come le pieghe di una montagna dolomitica. Ben oltre anche quello che, nonostante la veneranda età, si portano sulle spalle e ripropongono dal vivo. Un repertorio assolutamente degno, tale da meritarsi il giudizio più che rispettoso di chi li ascolta.

I Deep Purple sono una band che ha travalicato già da qualche anno la propria storia e rimarrà un punto centrale del rock inglese del Novecento. Se le esibizioni dal vivo sono un divertimento quasi gigionesco di Gillian e soci, o anche un modo per fare conoscere le loro gemme alle loro generazioni più giovani, ben venga il tutto finché la salute lo permette.

Dal punto di vista storico musicale stiamo parlando di gruppo rock che ha rappresentato molto di più di quello che oggi si vede sul palco. E allora, se non si accompagna al passare del tempo una creatività alla Pete Townshend, forse ci si dovrebbe anche domandare se (un po’ come fecero i Led Zeppelin) non si debba pensare al momento giusto per fermarsi. Magari con un tour finale che renda anzitutto giustizia all’enorme e vario repertorio che ha attraversato anni leggendari. Con l’eco della voce di Gillian, oggi ancora qualcosa di unico nella storia della musica.

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